Sanità spezzina in sofferenza, operazioni rinviate, letti della Rianimazione riaperti per le emergenze, dopo essere stati chiusi e parte degli infermieri trasferiti in altri settori.
A tutto questo vanno aggiunti i quattro posti di emergenza piazzati nella Don Gnocchi per far fronte alla carenza di letti in altre divisioni. E se questa non è che una piccola fotografia della situazione del San Bartolomeo, di certo il San’Andrea non naviga in acque migliori. La sanità spezzina insomma sta vivendo tempi difficili.
E a quanto pare se ne sono accorti anche all’Asl dove, dopo tagli a posti letto, personale, e deroghe chieste col contagocce, hanno deciso di sollecitare l’assunzione di 40 infermieri. La richiesta, confermata dal direttore sanitario ospedaliero, Decia Carlucci, sarà discussa nel prossimo Ufficio di direzione e poi inoltrata a Genova. Nel frattempo al San Bartolomeo si assiste a vere e proprie acrobazie del personale per sopperire alla ormai cronica carenza di organico. In questi giorni, infatti, non sono mancati i casi di pazienti ricoverati in regime di day hospital per sottoporsi a colecistectomia rispediti a casa con intervento fissato magari dopo una settimana. Ma non si tratta di episodi isolati.
Altra questione è quella dell’Urologia dove il personale deve conciliare l’assistenza ai degenti, gli ambulatori e gli interventi chirurgici pur essendo sotto organico. I cinque specialisti non riescono neppure a coprire i turni in sala operatoria: così hanno dovuto ridurre gli interventi e il martedì mattina la sala operatoria resta chiusa.
La Rianimazione è stata portata da 5 posti letto a 3 e decurtato il personale infermieristico. Peccato che, ancora adesso, i letti occupati sono di solito 4, se non 5. Gli infermieri dovrebbero essere tre per turno, ma di notte ce ne sono 2 mentre la regola è 1 infermiere ogni 2 letti.
Poi ci sono i 4 posti di degenza collocati al Don Gnocchi. Qui vengono ricoverati i pazienti di quei reparti con un numero insufficiente di letti. I malati vengono seguiti da infermieri che hanno risposto all’appello dell’Asl. Alcuni provengono dal territorio perchè i reparti non hanno personale sufficiente da poter essere distaccato. Sono state aggiunte attrezzature e gli infermieri dotati di un cellulare per contattare direttamente il medico referente. Ma solo l’altro ieri l’Asl si è accorta che per parlare col medico gli infermieri dovevano per forza passare dal centralino con inevitabile perdita di tempo. Un problema burocratico che si spera sia risolto al più presto.
Fonte: www.lanazione.it
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