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Pistoia: sperimentazione dell’infermiere del territorio all’interno dei P.S.

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La sperimentazione, condotta nel presidio ospedaliero San Jacopo, è durata 75 giorni. Le alternative sono andate dall’assistenza domiciliare fino a dei progetti assistenziali che prevedevano il coinvolgimento dei servizi sociali. Per i pazienti più complessi sono anche stati svolti dei monitoraggi specifici.

Snellire il numero degli accessi in Pronto soccorso e abbassare la quantità di ricoveri. Sono gli obiettivi alla base del progetto dell’Asl 3 di Pistoia che prevede l’attivazione dell’infermiere del territorio all’interno del presidio ospedaliero San Jacopo.

La fase sperimentale, che si è svolta tra il 15 luglio e il 30 settembre dello scorso anno, ha raccolto risultati importanti. In 45 giorni sono arrivati 348 pazienti, con un’età superiore a 65 anni, e per 141 di loro è stato attivato un percorso assistenziale diverso rispetto al ricovero ospedaliero.Le alternative sono andate dall’assistenza domiciliare fino a dei progetti assistenziali che prevedevano il coinvolgimento dei servizi sociali.

Per i pazienti più complessi sono anche stati svolti dei monitoraggi domiciliari e per coloro che presentavano patologie croniche (scompenso, diabete, ipertensione, broncopneumopatia cronica ostruttiva) sono stati realizzati i percorsi assistenziali di Chronic Care Model (CCM). 

Le persone “anziane fragili” hanno invece usufruito della “sorveglianza attiva” , sia attraverso visite domiciliari che folloup telefonici.

L’infermiere esperto in pronto soccorso è stato anche abilitato ad utilizzare una serie di data base (il portale Dedalus, il programma CARIBEL e il programma AS-400), per consultare ed attivare la rete dei servizi territoriali ed i percorsi (dalla fornitura degli ausili all’invio agli ambulatori per le ferite difficili fino all’attivazione dei centri residenziali).

Il direttore sanitario della Asl, Lucia Turco, ha sottolineato come il progetto abbia confermato che numerosi ricoveri sono evitabili se viene offerto un appropriato piano assistenziale extra-ospedaliero. “Fino a questo momento la continuità assistenziale si realizzava all’uscita dell’ospedale: il nostro progetto ha dimostrato che, trovandosi l’infermiere territoriale già all’ingresso del pronto soccorso, è possibile ridurre non solo le probabilità di nuove e ripetute visite e prestazioni in pronto soccorso, ma, soprattutto diminuisce l’ospedalizzazione. Un intervento sicuramente efficace, un progetto certamente innovativo, che una volta sviluppato potrà rendere più appropriate cure e assistenza”.

Fonte articolo Sole-24-Ore

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