La Corte di Cassazione ha recentemente chiarito che in caso di equipe multidisciplinare, anche non contestuale: ogni sanitario non può esimersi dal dovere professionale di agire secondo cautela e diligenza per il fine comune di tutela della salute del paziente e dal conoscere l’attività precedente o contestualmente svolta da altro collega, sia pure specialista in altra disciplina.
Ogni membro dell’equipe deve controllare per quanto possibile in base alle sue competenze, la correttezza dell’operato altrui e ha il dovere di porre rimedio agli errori che siano evidenti, non settoriali e rilevabili ed emendabili secondo l’ausilio delle comuni conoscenze scientifiche del professionista medio: tale principio trova applicazione anche rispetto al personale sanitario non medico, nei limiti delle competenze per cui è richiesta la loro prestazione.
Nel caso di specie, due infermieri generici venivano dichiarati colpevoli per aver omessa di controllare e vigilare su di una paziente che, dopo aver subito l’anestesia in attesa di un’operazione ancora da compiersi, cadeva dal lettino cui non era stata legata, procurandosi gravi lesioni. I giudici hanno ritenuto colposa la condotta dei due infermieri per aver erroneamente posizionato il paziente nel lettino e per aver omesso il controllo successivo delle sue condizioni.
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