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Infermieri e farmacovigilanza – Falli (IPASVI La Spezia): fondamentale il coinvolgimento nei controlli

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Farmacovigilanza

Le reazioni avverse a farmaci correttamente prescritti e somministrati sono un argomento di assoluto interesse: esse non sono quelle legate agli errori, sempre possibili, che sono ricordati da ben 4 Raccomandazioni del Ministero della Salute (le numero 1,7,12, e 14).

Per alcuni medicinali, infatti, nonostante le strette regole di sperimentazione gioco forza rivolte a test e osservazioni svolti in numero ancora limitato rispetto al bacino di utenti potenziali, solo dopo un uso diffuso si riescono a evidenziare possibili, anche se sporadiche, reazioni avverse.

Ci sono categorie di farmaci che solo dopo un utilizzo commerciale esteso hanno mostrato alcuni esiti inizialmente non osservati e non osservabili, vuoi per il campione (che per quanto rappresentativo resta – appunto – pur sempre un campione), vuoi per i tempi tecnici di osservazione e valutazione degli effetti indesiderati, imprevisti, che si notano solo dopo anni.

E’ il caso dei bifosfonati che, dopo alcuni anni dall’introduzione, preceduta da regolare sperimentazione, hanno sviluppato in alcuni soggetti un’inattesa osteonecrosi mandibolare, suscitando una inevitabile, nuova attenzione.

Senza entrare nei temi di natura commerciale e industriale, importanti di certo, ma che non costituiscono il focus di questo contributo, il presidente del collegio IPASVI La Spezia vuole invece concentrarsi sul concetto che sovente l’infermiere – a ragione – lamenta in Italia una considerazione ancora parziale, e non sempre onesta, da parte di altri attori e interpreti del sistema sanitario nazionale.

La possibilità, voluta dagli stessi registi del progetto di Farmacovigilanza Nazionale, che anche l’infermiere segnali – attraverso la compilazione di apposita scheda – ogni reazione avversa che andrà a notare dopo la somministrazione dei farmaci stessi, rende senz’altro questa figura assolutamente importante nel progetto stesso.

Visto che sono gli infermieri i “garanti” della corretta applicazione delle prescrizioni terapeutiche (vedi il profilo professionale o DM 739 del 14 settembre 1994), appare del tutto logico che questo professionista sanitario sia inserito fra coloro che devono andare a evidenziare eventuali reazioni, appunto non legate a errori di procedura.

Un piccolo cenno alla ‘’farmacovigilanza ‘’ in Italia si impone, ed ecco poche righe esplicative e riassuntive…

In Italia la rete nazionale di Farmacovigilanza per la raccolta delle segnalazioni è stata istituita con il decreto Legislativo 24/4/2006, n. 219 (e modifiche successive), in attuazione della direttiva comunitaria di base 2001/83/CE. La rete, che fa capo all’AIFA; si compone, oltre che della stessa Agenzia del Farmaco, delle Regioni, delle ASL, di Ospedali e IRCCS, di industrie farmaceutiche e di tutti gli operatori sanitari che lavorano in tali settori, o in collegamento con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Questa rete prevede per l’operatore sanitario (infermiere incluso) l’obbligo di trasmettere le segnalazioni di sospette reazioni avverse tramite l’apposita scheda (decreto del Ministero della Salute 12/12/2003 – G.U. n. 36 del 13/2/2004) da inviare al ‘’responsabile di Farmacovigilanza’’ della ASL competente territoriale che provvede, dopo verifica della completezza e della congruità dei dati, all’inserimento della segnalazione nella banca dati della rete di Farmacovigilanza Nazionale.

Il presidente IPASVI La spezia Francesco Falli fa delle considerazioni in merito: “il primo è che la possibilità di segnalazione da parte infermieristica non è sempre nota, o almeno non lo è nella misura necessaria perché nel tempo se ne è parlato sempre piuttosto poco.

Il piccolo Collegio IPASVI spezzino, sollecitato e coinvolto al riguardo dal Servizio di Farmacia della ASL 5 spezzina (che vede nel dottor Alessandro Sarteschi e nella dottoressa Monica Bricchi i farmacisti dedicati al sistema di Farmacovigilanza: in questo caso siamo di fronte a professionisti attenti al ruolo dell’infermiere sulla questione, e in generale), ha inviato nel 2014 ai propri iscritti questa informativa: sarà stato un caso, ma lo scorso anno ci sono state 15 segnalazioni di reazioni avverse da parte di infermieri.

Nel 2015 invece, sono state solo 8 le segnalazioni da parte di questi professionisti sanitari; è, pertanto, probabilmente necessario ritornare sull’argomento, ed in questo siamo stati stimolati dall’evento che il 10 dicembre scorso si è svolto alla Spezia, presenti gli Ordini delle professioni sanitarie coinvolte nella questione (Farmacisti, Medici, Infermieri), e Cittadinanzattiva, oltre naturalmente al Servizio di Farmacia aziendale“.

Quindi è fondamentale che questo coinvolgimento nel progetto nazionale di Farmacovigilanza sia al tempo stesso un dovere professionale, ma anche e soprattutto un riconoscimento del ruolo stesso dell’infermiere.

Continuando il presidente Falli evidenzia un secondo appunto critico: “la scheda ufficiale presente sul sito dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) alla voce n°24 (qualifica del segnalatore) indica ben quattro diversi specialisti medici, il farmacista, e, con la parola ALTRO, intende comprendere anche il professionista infermiere.

Va dato merito, nel caso dell’esperienza della ASL spezzina, alla dottoressa Monica Bricchi di avere correttamente classificato, recuperando le informazioni delle schede, le 23 segnalazioni che negli ultimi 2 anni sono giunte alla sua attenzione, redatte da professionisti sanitari infermieri.

Tornando all’AIFA e al “progetto-scheda”, non ha molto senso chiedere all’infermiere di spendere la sua professionalità in questioni di rilievo scientifico, nazionale, nate a salvaguardia del cittadino e di relegarlo nel generico “resto del mondo”, negando perfino – in base alla scheda stessa – un riconoscimento statistico e soprattutto di specie e funzione.

Specie e funzione che si basano, come in ogni altro aspetto dell’impegno erogato, sull’agire, che è di qualità e competenza: altrimenti, la Farmacovigilanza non chiederebbe un aiuto e un impegno al riguardo agli infermieri”.

Ma senza ulteriore indugio, conclude il presidente Falli, è giusto fare cosa gradita nel descrivere questa piccola esperienza per riportare all’attenzione su una possibilità che non tutti conoscono: quella della segnalazione, da parte dell’infermiere, delle reazioni avverse ai farmaci.

Di seguito riportiamo il link che rimanda alla scheda citata nel testo, con le opportune indicazioni tecniche. https://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/bif050292.pdf

Savino Petruzzelli

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