“Di episodi sanitari ne ho avuti di diversi, vari ricoveri e alcuni interventi chirurgici, e non credo di aver avuto un certo trattamento essendo un personaggio noto, anche perché per qualunque tipo di operazione ho scelto sempre un servizio pubblico e non privato. Capisco tutte le problematiche che in questo momento il personale infermieristico sta vivendo, a seguito dei vari tagli (ho una sorella che lavora nel 118 romano), ma c’è gente che fa questo mestiere col cuore, perché fare l’infermiere non è come fare l’idraulico o il parrucchiere, questo lavoro in qualche modo è una sorta di missione: ti occupi di persone in difficoltà, che sono mortificate nelle varie condizioni in cui si trovano e sono costrette a volte a subire una lunga convalescenza o una serie di terapie, e hanno bisogno di attenzioni. E per questo io definisco gli infermieri persone speciali, perché nonostante le varie difficoltà in cui si trovano a lavorare cercano di rincuorare il malato e rendere migliore la sua permanenza in ospedale”; queste sono le parole dell’attrice televisiva e teatrale Nadia Rinaldi in un’intervista per Nurse Times.
“Molte volte – continua l’attrice – mia sorella racconta che al 118 accade di tutto e di più: ad esempio, capita che quando caricano in ambulanza un paziente da portare in ospedale, una volta arrivati lì, per carenza di posti letto al Pronto Soccorso, lo lasciano sulla barella, e quindi, fin quando non trovano un letto disponibile e non gli prestano soccorso in base al codice del triage, il servizio di 118 rimane bloccato (finché non si libera la barella, devono aspettare per fare un altro soccorso, quindi l’ambulanza non può partire); queste sono alcune delle problematiche più grosse. E’ ancora peggio quando manca l’organico, ma sento che molti infermieri si sostengono tra loro e cercano in qualche modo di non far vivere al paziente questa loro difficoltà. So anche che hanno uno stipendio sproporzionato rispetto al lavoro che svolgono e fanno degli orari allucinanti, stanno sempre in giro, e tutto per una modica cifra”.
Riguardo questo mestiere, la Rinaldi parla col cuore e dichiara che, nonostante i vari scandali che ci sono stati nella Sanità, bisognerebbe risparmiare su altre parti e non su ciò che riguarda la cura e l’assistenza, anzi, si dovrebbe abbondare ancora di più perché non è mai abbastanza: “Questo mio messaggio è rivolto a tutti i politici che si occupano di tali tematiche, perché bisogna far capire loro che i tagli portano sempre a dei disagi, soprattutto per coloro che hanno bisogno di essere assistiti: invece di ridurre i servizi, forse è il caso di integrarli con qualcosa di più che permetta di ottimizzare l’assistenza al malato senza aumentare le spese, magari attraverso l’utilizzo degli infermieri sul territorio: così facendo, diminuirebbero le chiamate al 118 e, di conseguenza, gli accessi inutili nei vari P.S. già intasati. Bisogna creare condizioni migliori per fare questo lavoro in tranquillità”.
Parlando della formazione universitaria, l’attrice crede che per ogni professione sia necessaria una adeguata istruzione, e che quindi sia essenziale la laurea per diventare un infermiere anche perché quando si ha a che fare con una persona che non sta bene bisogna avere le idee chiare ed essere preparati e competenti per occuparsi della sua salute.
Concludendo il suo intervento, la sig.ra Rinaldi saluta così gli infermieri italiani: “Ringrazio tutti voi per l’assistenza e le cure lodevoli che ho ricevuto in questi anni; mi avete sempre regalato un sorriso nei periodi di degenza, e non posso fare altro che ringraziarvi, perché l’infermiere è una professione che bisogna fare con il cuore”.
Savino Petruzzelli
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