Uno studio danese ha valutato, su una popolazione di oltre 12.000 infermiere, l’interazione tra lavoro impegnativo (o usurante…?), ipertensione e rischio di attacco cardiaco.
Le infermiere con ipertensione arteriosa hanno più probabilità di essere interessate da infarto del miocardio rispetto alle loro coetanee con una pressione arteriosa normale e con attività lavorative meno stressanti. Lo afferma uno studio danese pubblicato dall’European Journal of Preventive Cardiology, che ha valutato il rapporto tra pressione alta, lavoro fisico e rischio di infarto revisionando i dati di oltre 12.000 infermiere a partire dal 1993.
Tra le migliaia di donne prese in considerazione dallo studio, è risultato che vi è una probabilità triplicata di avere un infarto cardiaco per tutte quelle professioniste ipertese che sono impegnate nel sollevamento/spostamento dei carichi ed in reparti che prevedono lo stare in piedi a lungo.
Lo studio presenta determinati limiti: il campione di donne esaminato, nonostante fosse di grandi dimensioni, non era rappresentativo di una sola professione e di un solo Paese. L’eventuale assunzione (corretta o meno) di farmaci per il controllo pressorio, le diverse attività extra-lavorative o lo stile di vita, poi, non sono stati presi in considerazione. E, infine, le varie segnalazioni delle partecipanti, a cui è stato somministrato un questionario (dove dovevano riportare la loro percezione dei vari livelli di sforzo fisico, da lieve a moderato o elevato durante l’attività lavorativa), corrono il rischio di essere molto soggettive e poco obiettive. Rimane comunque uno studio molto interessante, che può dare il via ad altre indagini in grado di dimostrare quanto la professione infermieristica sia da considerare un lavoro usurante a tutti gli effetti.
L’autrice dello studio, Karen Allesoe, afferma che:
“Un lavoro fisicamente impegnativo può essere associato a un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Così, nel corso del tempo, si possono formare placche aterosclerotiche nelle coronarie e anche l’ipertensione è legata alla formazione di tali placche. Tutto ciò potrebbe aiutare a spiegare perché alcune donne hanno mostrato un elevato rischio di infarto del miocardio”.
Alessio Biondino
Fonti:
- Eur J Prev Cardiol 2016 cpr.sagepub.com
- www.quotidianosanita.it
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