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Triage: aumentano le competenze degli infermieri e addio ai codici colore…

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Il ‘triage’, cioè l’assegnazione del grado di priorità ai pazienti che approdano in ospedale in condizioni d’urgenza/emergenza, cambierà volto. I quattro codici colore spariranno, compariranno dei ‘tempi massimi’ di attesa e ci sarà più autonomia per gli infermieri, che potranno anche somministrare farmaci.

Il documento di revisione delle linee guida (ferme al 2001) sul triage intraospedaliero, ora alla firma della Dg Programmazione del ministero della Salute, segnerà una decisiva rivoluzione: spedirà definitivamente in pensione, con tanti cari saluti, i quattro codici colore per l’accesso alle cure in pronto soccorso, ovvero bianco, verde, giallo e rosso. Ma non solo: segnerà anche un importante riconoscimento dell’autonomia degli infermieri, che potranno somministrare così alcuni farmaci, fare prelievi e dare il via ad una serie di trattamenti senza la necessità di prescrizione medica.

Da un tavolo di lavoro composto dalle società scientifiche e dal ministero della Salute, è nato il nuovo documento che prende in seria considerazione i radicali cambiamenti che la nostra società sta affrontando. Cambiamenti  che si ripercuotono, minandone il corretto funzionamento, anche sui dipartimenti di emergenza ed accettazione: i nuovi bisogni assistenziali, l’invecchiamento della popolazione, i tempi d’attesa infiniti (e diversi da regione a regione e tra un’azienda sanitaria e l’altra), le difficoltà di gestire il sovraffollamento nelle sale d’attesa, la possibilità di dirottare i pazienti meno gravi sul territorio.

Le nuove linee guida avranno il via libera con la conferenza stato-regioni e cambieranno volto all’accoglienza dei pazienti in pronto soccorso: ad attenderli ci sarà un infermiere ‘esperto’ nel triage (che ha cioè seguito un percorso formativo specifico) che anziché assegnare un codice colore, categorizzerà le persone valutate grazie ad un codice numerico di priorità, da 1 a 5 su una scala decrescente:

Codice ‘1’: Emergenze, ovvero tutti quei casi in cui vi sia l’interruzione o la compromissione di una o più funzioni vitali;

Codice ‘2’: Urgenze, quando cioè viene constatato un rischio di compromissione delle funzioni vitali, ma la condizione del paziente è stabile pur se con rischio evolutivo o dolore severo;

Codice ‘3’: Urgenze differibili, ovvero pazienti stabili ma che hanno bisogno di prestazioni complesse;

Codice ‘4’: Urgenza minore, che necessita di prestazioni diagnostico-terapeutiche semplici mono-specialistiche.

Codice ‘5’: ‘Non urgenze’, che corrispondono agli attuali codici bianchi.

Un’altra importante novità, riportata nel documento di revisione, riguarda i tempi di attesa: le nuove linee guida prevedono infatti un attesa ‘massima’ per le urgenze di non più di 15 minuti; mentre i codici 3 e 4 (gli ‘ex’ codici verdi) dovranno essere trattati rispettivamente entro 60 o 120 minuti al massimo.

Durante l’attesa del proprio turno i pazienti saranno costantemente ‘rivalutati’ dal personale infermieristico preposto alla funzione ed un cambiamento delle condizioni di salute, vedrà un automatico aggiornamento del triage. Questa fase di continua ‘rivalutazione’ e di sorveglianza, nei grandi ospedali spetterà a infermieri dedicati in via esclusiva. Più in generale, nelle strutture che registrano ogni anno più di 25mila accessi in pronto soccorso, il triage andrà sempre affidato a infermieri dedicati specificatamente a questa funzione.

Diventerà infermiere di triage solo chi avrà già lavorato per almeno 6 mesi in pronto soccorso e solo dopo un corso teorico di almeno 16 ore e un periodo di affiancamento con un tutor esperto di almeno 36 ore. Gli infermieri di triage dovranno aggiornarsi continuamente e frequentare corsi specifici, come ad esempio quelli sulle emergenze pediatriche. Ma non solo… Queste, infatti, sono le condizioni per ufficializzare anche modelli sperimentali che fino ad oggi sono stati utilizzati solo a livello locale, come ad esempio il “see and treat per le urgenze minori della regione Toscana: l’infermiere esperto valuta, in autonomia, l’appropriatezza dell’accesso e avvia tutte le procedure previste dai protocolli di presa in carico, fino alle dimissioni.

La notizia di questo vicino stravolgimento nei Dipartimenti di Emergenza e Accettazione, che tra le interessanti novità prevede anche un netto potenziamento della figura infermieristica, arriva proprio al momento giusto. Ed è quasi una chiara ed immediata risposta a chi si sta impegnando, in queste settimane, a denigrare la nostra professione (VEDI caso La7). Speriamo che le nuove linee guida rappresentino il modo giusto per far fronte alla situazione dei nostri pronto soccorso, sempre più al collasso e sempre più assomiglianti a reparti di lungodegenza.

Alessio Biondino

Fonte: www.sanita24.ilsole24ore.com

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