Quando il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, si espone, leggenda vuole che aleggi un fondo di sfortuna che lo perseguita, ovvero quanto da lui affermato poi non trova conferme o peggio trova smentite.
La storia del bilancio della Sanità Toscana rappresenta plasticamente quanto affermavo sopra, infatti il MEF rimanda al mittente il famoso Bilancio Certificato, di cui Rossi andava vantandosi.
I motivi di tale rifiuto sono legati al fatto che sono stati messi a bilancio 115 milioni di Euro di poste non certe, una mossa che non è piaciuta al MEF ma non per acrimonia verso il Presidente Rossi ma più semplicemente perché non si può fare. Ed ora?
Ed ora occorre riparare all’errore e trovare immediatamente i 115 milioni e per farlo non si lesinano operazioni quantomeno discutibili per non dire inaccettabili. Per “trovare i fondi necessari” occorre tagliare e si tagliano ovviamente servizi che sono fondamentali per i cittadini ma non abbastanza tali per la Giunta a guida PD.
In un contesto di silenzio/assenso da parte della maggioranza dei media regionali e locali, i media nazionali hanno ormai abbandonato queste terre desolate, servizi che erano stati annunciati verranno ridimensionati se non del tutto soppressi.
La cosa che maggiormente stupisce è che una parte di questi fondi erano stati vincolati e dato in mano alle Aziende Sanitarie per progetti specifici che però non essendo stati attivati ora rientreranno alla Regione per appianare la questione Bilancio. Il famoso “premio produzione” dei dirigenti delle ASL Toscane passa anche da queste risorse che sono finite sotto la voce “risparmio”.
Non parliamo di progetti di second’ordine, ammesso che esistano progetti di tale entità in un settore delicato come quello della tutela della salute.
I soldi non investiti riguardano settori che potremmo definire strategici come la non autosufficienza, le cure odontoiatriche, la disabilità, la salute mentale, le dipendenze, le cure materno infantili.
Curioso come il settore delle Cure Primarie e delle Case della Salute, che tra l’atro dovrebbe interessare da molto vicino la nostra Professione, dovrà rinunciare a quasi 3 milioni di euro. Le Cure Odontoiatriche, alle quali il 45% degli Italiani rinuncia per motivi economici, si vedranno sottratti circa 2 milioni di euro non utilizzati. Non va meglio nel settore della Prevenzione Oncologica che vanta 2 milioni di euro non impiegati.
Nel delicato settore della non autosufficienza il “risparmio” ottenuto dalla ASL 10 fiorentina è stato di oltre un milione di euro, una cifra che avrebbe potuto agevolare una settantina di famiglie alle prese con la gestione a domicilio di anziani non autosufficienti. In un momento di grave crisi economica e sociale quei soldi perché non sono stati spesi?
Non è di molto tempo fa (febbraio 2016) la clamorosa protesta di associazioni di disabili in Consiglio Regionale. Una protesta che portò all’occupazione dello stesso da parte di famiglie e pazienti inviperiti per il totale abbandono in cui versavano e la richiesta di un maggior contributo di risorse per la “vita indipendente”. La protesta finì con l’approvazione di un OdG che la Giunta avrebbe dovuto trasformare in azioni concrete, inoltre come dimenticare le parole dell’Assessore Saccardi che definiva “arrogante” la protesta di chi vive in condizioni di disabilità. Vorremo chiedere all’Assessore cosa si sarebbe potuto fare con i soldi che si è deciso di non spendere e che oggi diventano funzionali per il famoso Bilancio Certificato.
I rappresentanti di SI – Toscana a Sinistra sono stati i primi a denunciare quanto sta accadendo nel disinteresse generale, Paolo Sarti e Tommaso Fattori chiedono che quei fondi vengano immediatamente ripristinati e possibilmente utilizzati in progetti di tutela della salute per quelle categorie fragili a cui erano destinati.
Nel frattempo si attende qualche parola dal Presidente Rossi, il quale tace, forse perché la leggenda vuole che quando annuncia qualcosa, immediatamente o non si realizza o viene smentita.
Ovviamente nella faccenda non pervenuti come sempre Ordini e Collegi Professionali. Sembra proprio che il valore sociale delle professioni sanitarie sia ormai retaggio di un passato lontano.
Com’era lo slogan? Vabbè lasciamo stare..
Piero Caramello
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