È accaduto in Portogallo, a Lisbona, dove una 37enne incinta ha dato alla luce il suo bambino dopo essere stata dichiarata cerebralmente morta ben 107 giorni prima.
Era lo scorso 20 febbraio quando Sandra Pedro, donna portoghese di 37 anni alla 17esima settimana di gravidanza, fu accompagnata all’ospedale San Jose di Lisbona per quello che appariva come un banale mal di testa. In realtà, però, aveva avuto un ictus emorragico, di quelli terribili, che non lasciano scampo: dopo poche ore, infatti, è stata dichiarata cerebralmente morta. I medici hanno pensato sin da subito che fosse deceduto anche il piccolo che la sfortunata donna aveva in grembo, come solitamente accade in questi casi; ma… non era così. Di conseguenza, anziché ‘staccare la spina’, decisero di mantenere artificialmente in vita Sandra facendola diventare una sorta di ‘incubatrice vivente’, col fine di provare a salvare il feto e di portarlo ad un’età gestazionale tale da consentirgli di nascere.
Così, per 15 settimane, come accade normalmente ad ogni futura mamma, il ventre e i seni di Sandra sono cresciuti ed il suo organismo, tenuto in vita dalle macchine, ha nutrito e riscaldato suo figlio. Ma non solo… infermieri e medici, per tutto quel tempo, si sono alternati durante i loro turni di lavoro nel massaggiare e nell’accarezzare quel pancione, nel cantargli canzoni e filastrocche, nel parlargli dolcemente, provando così a riprodurre in qualche modo quel contatto mamma/bambino che di solito avviene durante tutta la gravidanza e che sembra essere molto importante nello sviluppo del feto. In pratica, hanno provato col cuore in mano a replicare una parte di quell’immenso amore che mamma Sandra avrebbe dato al suo cucciolo.
E il 7 giugno 2016, dopo ben 107 giorni dall’emorragia cerebrale che ha di fatto ucciso la sua mamma, il piccolo Lourenco è venuto finalmente alla luce con un parto cesareo, dopo una gestazione di 32 settimane senza alcuna complicazione. In buona salute e con un peso di 2,35Kg, è nato tra i tanti, commossi applausi del personale sanitario dell’ospedale.
Così racconta un’infermiera dell’equipe che ha assistito la donna: “Eravamo tutti euforici e tutti a piangere. Qualcosa di strano stava accadendo, era una situazione diversa da qualsiasi altra, qualcosa mai vista prima. Quella donna ha letteralmente dato la sua vita al figlio e lui ha preso la sua anima. È stato un miracolo. E noi lo sentiamo come un bambino che è un po’ anche nostro”.
Ma la tempesta di emozioni positive e le lacrime di gioia, purtroppo, hanno lasciato presto il posto a un’estrema tristezza, amara come l’inevitabilità: era infatti arrivato il momento di spegnere i macchinari e di lasciar andare mamma Sandra. Crudele destino, per il piccolo Lourenco: nascere e, nello stesso istante, perdere per sempre sua madre. E così è stato: poco dopo aver lasciato quell’importante parte di sé in questo mondo, a Sandra è stato permesso di volare via.
“Mio figlio è riuscito a salvarsi: questo bambino sta dando un senso alla mia vita”, ha dichiarato il papà di Lourenco, Miguel Angelo Faria, un operaio di 30 anni che avrà il gravoso quanto importante compito di crescere il bambino miracolato. Per entrambi, il 7 giugno, non sarà mai un semplice compleanno…
Fonti: Il Messaggero, Fanpage, Euronews
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