Nominati i nuovi DG Asl Rm/H, Istituti fisioterapici ospedalieri e Spallanzani, sono rispettivamente Narciso Mostarda, Antonio D’Urso e Marta Branca
La commissione VII Salute e politiche sociali del Consiglio regionale, presieduta da Rodolfo Lena (Pd), ha votato il 15 settembre a maggioranza il parere favorevole sulla proposta di decreto n. 11340 del 28 luglio 2016, riguardante la nomina a Direttore generale dell’Azienda sanitaria locale Roma 6 del dott. Narciso Mostarda. Nato ad Anagni il 25 marzo 1962, già direttore sanitario alla Asl Rm/H, laureato in medicina e chirurgia con specializzazione in neuropsichiatria infantile e management, in precedenza il dott. Mostarda ha prestato servizio in qualità di dirigente psichiatra alla Asl Rm/C e alla Asl di Frosinone. Dal gennaio scorso si è occupato della gestione straordinaria e temporanea dell’Ospedale Israelitico di Roma ed è docente presso il corso di laurea Infermieristica della Sapienza di Roma.
La stessa commissione, in data odierna ha espresso parere favorevole a maggioranza sulle nomine di Antonio D’Urso a nuovo direttore generale degli Istituti fisioterapici ospedalieri (Ifo) e di Marta Branca allo Spallanzani. D’Urso, 54 anni, dal 2014 ricopriva lo stesso incarico al San Camillo, in precedenza aveva diretto le Asl di Lucca e Prato. Branca, 48 anni, è stata fino ad oggi commissaria straordinaria di Ifo e Spallanzani, in precedenza era stata direttrice amministrativa del Policlinico Umberto I e del San Filippo Neri.
Il voto in commissione è arrivato dopo un lungo dibattito nel corso del quale le opposizioni hanno più volte chiesto chiarimenti sulla nomina di D’Urso. Antonello Aurigemma (FI),Francesco Storace (La Destra) e Pietro Sbardella (Gruppo Misto) hanno domandato se D’Urso avesse i requisiti previsti dal decreto ministeriale 70, che dal 18 settembre disciplina le nomine dei direttori. Inoltre hanno espresso un giudizio molto critico su questi due anni di gestione del San Camillo. Secondo Aurigemma, in particolare, questa nomina è “una cambiale elettorale che Zingaretti deve pagare”. Davide Barillari (M5s), da parte sua, ha affermato che non ci sono elementi per poter giudicare l’operato di D’Urso, né per capire i motivi della scelta. Critico anche Fabio De Lillo (Cuoritaliani), soprattutto “sul silenzio della maggioranza”.
A queste obiezioni ha replicato Alessio D’Amato, responsabile della cabina di regia della sanità regionale, secondo il quale “D’Urso è in possesso dei requisiti previsti dal decreto 70. I risultati nella gestione del San Camillo sono positivi anche se si poteva fare di più. Abbiamo ritenuto che all’Ifo ci fosse bisogno di un profilo professione più “medico” che gestionale”.
Per quanto riguarda Marta Branca, D’Amato ha spiegato che il programma della Regione prevedeva l’unificazione di Ifo e Spallanzani, ma su questo percorso c’è stata l’opposizione del governo, perché le norme vietano l’unificazione di tre istituti (gli ifo derivano a loro volta dalla fusione di Regina Elena e San Gallicano). Da qui la scelta di affidare l’istituto per le malattie infettiva a Branca.
Sulla seconda votazione, proprio quella che ha riguardato il direttore generale dello Spallanzani, va registrata la dichiarazione di Storace che non ha partecipato per protestare contro “la violazione dell’articolo 27 del regolamento”. Il consigliere aveva, infatti, richiesto la presenza di Zingaretti, nella veste di firmatario dei decreti di nomina, ma il presidente della commissione, Rodolfo Lena, ha risposto che tale eventualità deve essere richiesta dall’intera commissione e non da un singolo consigliere.
In apertura della seduta Aurigemma aveva chiesto chiarimenti sulla chiusura di 13 posti di primo soccorso. D’Amato ha assicurato che non ci sarà nessuna chiusura ma una riorganizzazione secondo le norme nazionali.
Redazione NurseTimes
Fonte
www.consiglio.regione.lazio.it
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