I giudici della Corte d’Appello di Salerno hanno emesso la sentenza riguardante la morte di Francesco Mastrogiovanni, morto dopo un agonia di 87 ore nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania.
Il paziente, un maestro di 58 anni, venne prelevato dalle forze dell’ordine nel luglio del 2009 per un TSO, un trattamento sanitario obbligatorio. L’insegnante infatti sarebbe stato fermato dalla polizia intento ad effettuare un bagno nudo in mare durante il quale avrebbe cantato numerose canzoni anarchiche.
La mattina del 4 agosto 2009 l’uomo veniva dichiarato morto in seguito ad edema polmonare dopo un’ininterrotta contenzione fisica e farmacologica proseguita per oltre 80 ore.
Per oltre tre giorni, il personale del reparto avrebbe trascurato l’alimentazione e l’idratazione dell’uomo occupandosi della sola somministrazione della terapia farmacologica sedativa prescritta (En, Valium, Farganesse, Entumin).
Sei medici e dodici infermieri del San Luca in servizio durante i giorni di ricovero di Mastrogiovanni sono stati giudicati per sequestro, falso in atto pubblico (la contenzione non è stata registrata) e morte in conseguenza di altro reato.
I giudici della Corte d’Appello di Salerno hanno emesso il verdetto di secondo grado a carico dei medici e degli infermieri imputati per la morte del maestro elementare di Vallo della Lucania, deceduto a 58 anni dopo il ricovero coatto, conseguente al TSO precedentemente illustrato.
La sentenza di primo grado che aveva già assolto gli undici infermieri è stata ribaltata ed ognuno di essi è stato condannato alla pena di un anno e tre mesi di reclusione (pena sospesa). Sconto di pena invece per i medici (accusati di falso in atto pubblico) in quanto il tribunale ha riconosciuto loro le attenuanti generiche.
Simone Gussoni
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