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Gli Infermieri che operano nel servizio emergenza non possono essere retribuiti con un rimborso spese

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Il ricorso delle Misericordie avellinesi è stato accolto: la remunerazione data agli infermieri e agli autisti operanti sui mezzi di soccorso non può essere solamente un rimborso spese

Andrea Del Bianco, direttore della Confederazione Nazionale, ha commentato la vicenda: “Ora le ASL cessino i bandi al ribasso”.

Gli Infermieri che si occupano di soccorso territoriale non possono essere considerati come volontari e retribuiti esclusivamente con un rimborso spese.

A sancirlo è stato il Tribunale Amministrativo di Salerno a seguito del ricorso presentato dalla Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia contro il bando della ASL di Avellino sull’emergenza sanitaria.

Il bando riguarsante il servizio di emergenza-urgenze relativo alle 30 postazioni della provincia di Avellino è stato annullato dal TAR di Salerno in seguito al ricorso presentato dalla Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia.

“Siamo soddisfatti del pronunciamento del TAR – afferma il Direttore della Confederazione Nazionale Andrea Del Bianco – le cifre inserite nel bando non potevano assolutamente coprire i costi relativi alla presenza di un infermiere e di un autista soccorritore all’interno dell’ambulanza.

Queste figure non possono essere in nessun modo definite volontari, ma con loro le associazioni di volontariato devono instaurare un rapporto di tipo professionale”.

La Confederazione Nazionale delle Misericordie si augura che anche in altre regioni italiane vengano presi provvedimenti di questo genere, finalizzati sia al riconoscimento del lavoro e della professionalità necessarie per garantire il servizio di emergenza sia all’ottenimento di una retribuzione consona alle competenze richieste agli infermieri.

“Purtroppo – prosegue Del Bianco – anche in altre parti d’Italia le ASL indicono gare sull’emergenza a cifre insostenibili che in certi casi spingono le associazioni di volontariato a ricorrere anche a sistemi di pagamento non regolare, con finti volontari che prendono dei miseri rimborsi spese.

Questo mortifica il volontariato autentico e favorisce l’illegalità e l’evasione fiscale.

Questa sentenza – conclude – è un primo passo per fare chiarezza: le figure come gli infermieri devono essere considerate come ‘professionali’ e non possano essere trattate come volontari”.

Simone Gussoni

Fonti: vita.it

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