Potrebbe essere approvata in tempi brevi una proposta di legge sul “congedo mestruale”, ovvero un permesso di tre giorni (retribuito) per le lavoratrici in età fertile.
È all’esame della Commissione Lavoro, la proposta di legge sul “congedo mestruale” per le lavoratrici italiane, presentata mesi fa alla Camera da quattro deputate del Pd e che potrebbe essere approvata a breve.
Di cosa si tratta?
Di 3 giorni di permesso, che ogni donna potrà prendersi ogni mese durante il periodo del ciclo mestruale, senza doversi mettere in malattia o “sprecare” preziosi giorni di ferie. Realtà che esiste da molto tempo in oriente (in Giappone dal 1945, in Indonesia dal 1948 e recentemente anche in Sud Corea e Taiwan), dove c’è la credenza che il mancato riposo durante il ciclo mestruale causi dei parti problematici.
Una grande conquista per tutte le donne, quindi?
Non è proprio così… eh già, perché per poter usufruire di tale congedo retribuito, le signore in età fertile dovranno dimostrare (tramite certificato medico) al datore di lavoro di essere affette da dismenorrea, ovvero da ciclo doloroso.
Condizione, questa, di cui soffrono parecchie donne in Italia: sembra infatti che mal di testa, mal di schiena, dolori addominali e forti sbalzi ormonali, attanaglino circa il 60-90% di loro mentre nel 30% dei casi, i sintomi sono così invalidanti da costringerle a letto.
Per poter ottenere e mantenere tale permesso, le lavoratrici con contratto a tempo indeterminato, subordinato e parasubordinato, full o part time, sia nel settore pubblico sia privato, dovranno presentare il certificato o rinnovarlo entro il 30 dicembre dell’annualità in corso e presentarlo al datore di lavoro entro il 30 gennaio dell’anno successivo.
Fonte: Il Messaggero
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