Ai pazienti adulti e pediatrici è richiesto di digiunare prima di un intervento che preveda anestesia generale per ridurre il rischio di rigurgito e aspirazione del contenuto gastrico.
Tuttavia, periodi prolungati di digiuno non sono necessari e potrebbero causare complicazioni. Questi studio è stato condotto per comparare le comuni procedure di digiuno preoperatorio con la raccomandazione della American Society of Anesthesiologists (ASA) ed i fattori che possono influenzare i periodi di digiuno.
Metodologia della Ricerca
Si tratta di uno studio trasversale del periodo di digiuno preoperatorio nei casi di interventi chirurgici di elezione. Un totale di 260 pazienti è stato intervistato al loro arrivo presso il blocco operatorio attraverso l’utilizzo di un questionario.
Risultati
Alla maggioranza dei pazienti (98.1%) è stato raccomandato un periodo di digiuno dalla mezzanotte. Quindici pazienti (5.8%) hanno riferito di essere stati istruiti sull’importanza del digiuno preoperatorio. Il periodo di digiuno medio è stato 15.9±2.5 h (range 12.0-25.3 h) per i cibi solidi e 15.3±2.3 h (range 12.0-22.0 h) per i liquidi. La durata media del digiuno è stata significativamente più lunga nei pazienti operati dopo mezzogiorno se paragonati a quelli operati prima di mezzogiorno, p<0.001.
Conclusioni
La durata media del periodo di digiuno preoperatorio è risultata essere 7.65 volte più lunga per i liquidi chiari e 2.5 volte più lunga per i cibi solidi rispetto alle Linee Guida ASA.
È fondamentale che ogni ospedale stabilisca protocolli e procedure riguardanti il digiuno preoperatorio e che insegni al personale come evitare le complicazioni nel rispetto delle Linee Guida.
Parole Chiave: Digiuno preoperatorio, istruzioni per il digiuno, anestesia, paziente sottoposto a chirurgia elettiva.
Introduzione
La American Society of Anesthesiologists ha definito il digiuno preoperatorio come un periodo di tempo prescritto nel quale i pazienti non sono autorizzati ad introiettare liquidi o solidi di alcun tipo.
Sia i pazienti adulti che i pazienti pediatrici sono sottoposti a digiuno prima dell’anestesia con l’obbiettivo di ridurre il volume e l’acidità del contenuto gastrico in modo da ridurre di conseguenza il rischio di reflusso e di aspirazione di materiale nelle vie aeree durante la procedura.
La American Society of Anesthesiologists (ASA) ha sviluppato linee guida a supporto di protocolli meno rigidi riguardanti il digiuno preoperatorio.
Il riassunto delle principali raccomandazioni è il seguente:
- Digiuno minimo di 2 ore per i liquidi chiari
- Digiuno minimo di 4 ore dal latte materno
- Digiuno di almeno 6 ore per alimenti solidi, latte artificiale, latte vaccino e alimenti leggeri.
Le indicazioni riportate in precedenza vengono generalmente applicate ai pazienti di ogni età sottoposti a procedure di elezione. Pasti a base di alimenti con alto contenuto lipidico possono prolungare il tempo di svuotamento gastrico. Un periodo esteso di digiuno preoperatorio (oltre le 8 ore) potrebbe essere necessario in una situazione simili.
È riportato in letteratura come periodi prolungati di digiuno siano inutili e potrebbero determinare complicazioni come distress respiratorio, confusione mentale, ipoglicemia, emicrania, disidratazione, alterazione del bilancio elettrolitico, nausea postoperatoria, vomito ed aumentata insulino-resistenza.
Un periodo di digiuno preoperatorio ridotto non influisce significativamente sul volume del contenuto gastrico e sul suo pH. Pertanto non determina un rischio aumentato di rigurgito e aspirazione.
Le cause di un periodo eccessivo di digiuno preoperatorio possono essere molteplici:
- Carenza di conoscenze in merito alla procedura da parte del paziente
- Inappropriata conoscenza della procedura da parte del personale sanitario
- Variazione della lista operatoria
- Assenza di una procedura uniforme
- Problemi comunicativi tra personale sanitario e pazienti
Cosa accade nello stomaco? Fisiologia dello svuotamento gastrico
In uno studio condotto da Raidoo et al è stato dimostrato che per determinare polmonite nella scimmia è necessaria la presenza di almeno 0,8 ml/kg in trachea, pari a più di 50 ml negli adulti umani; perché questo volume raggiunga i polmoni, il contenuto gastrico deve essere maggiore, anche se gli sfinteri esofageo superiore ed inferiore sono completamente inibiti.
Lo stomaco umano, inoltre, è un organo estremamente elastico per cui prima che vi sia un aumento della pressione intragastrica il suo contenuto deve superare i 1.000 ml. Nel gatto, in cui il meccanismo dello sfintere esofageo inferiore è simile quello umano, il volume minimo di contenuto gastrico richiesto per superare lo sfintere varia da 8 ml/kg fino a più di 20 ml/kg.
Negli umani, tale valore va da 500 a 1.200 ml.
Il volume del contenuto gastrico, dopo il digiuno notturno, o comunque superiore ad 8 ore, è in media compreso tra 20 a 30 ml, andando da 0 a 100 ml.
Perciò, a meno che il paziente non abbia uno sfintere non funzionante, con i normali volumi di contenuto gastrico che si determinano a digiuno, non si verifica reflusso.
Conoscendo i tempi di svuotamento gastrico si possono formulare appropriate raccomandazioni per la preparazione alla chirurgia di elezione.
Lo svuotamento gastrico viene studiato attraverso tecniche radiologiche con l’uso di contrasto. L’uso di isotopi differenti per i solidi ed i liquidi consente di verificare che i liquidi passano per il 90% nella prima ora dall’assunzione e completamente entro la seconda ora.
Ciò accade in quanto i liquidi non presentano particelle più grandi di 2 mm. I solidi digeribili, che hanno invece particelle più grandi di 2 mm, sono trattenuti, attraverso l’azione del piloro, all’interno dello stomaco per essere frammentati.
Lo svuotamento dello stomaco dopo un normale pasto richiede generalmente dalle 3 alle 5 ore. Se durante il pasto sono state assunte fibre non digeribili esse abbandonano lo stomaco dopo i liquidi e gli altri cibi digeribili, impiegando dalle 6 alle 12 ore.
La fisiologa dello svuotamento gastrico spiega perché il digiuno dalla mezzanotte sia giustificato per i solidi, mentre non lo è quello per i liquidi: infatti dopo 2 ore dall’ingestione di liquidi chiari, il contenuto gastrico è formato solo dalla saliva ingerita e dalle secrezioni gastriche.
Vi sono alcune condizioni in cui lo svuotamento gastrico è rallentato quali:
- patologie della motilità gastrica,
- ostruzione pilorica,
- reflusso gastroesofageo,
- gastroparesi diabetica.
Tuttavia, dato che la velocità di svuotamento per i liquidi chiari si modifica solo in stadio avanzato, alla maggior parte dei pazienti può essere consentito di bere la mattina dell’intervento.
Un’altra condizione di aumentato rischio è l’obesità, tuttavia gli studi non sono ancora concordi nel determinare quale sia l’entità del volume gastrico residuo a digiuno. Per quanto riguarda la gravidanza, che è un’altra situazione considerata ad aumentato rischio, la motilità gastrica rimane normale per tutta la durata della gravidanza, ma è rallentata nelle prime ore dopo il parto.
Al di là delle condizioni in cui vi è un aumentato rischio di aspirazione riconosciuto, il digiuno preoperatorio, priva i pazienti di nutrizione e idratazione, sottoponendoli a disagi e stress non giustificati.
Simone Gussoni
Fonti:
Pan Afr Med J. 2016; 23: 102.
Published online 2016 Mar 16. doi: 10.11604/pamj.2016.23.102.8863
PMCID: PMC4867185
Worknehe Agegnehu Abebe,1,& Ambrose Rukewe,1 Negussie Alula Bekele,1 Moeng Stoffel,2 Mompelegi Nicoh Dichabeng,3 and Jemal Zeberga Shifa4
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