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S.N.A.M.I. (sindacato medici) “L’infermiere al posto del medico? Altamente improbabile”

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Circola da alcuni giorni su alcuni organi di stampa un comunicato del sindacato medico S.N.A.M.I. (VEDI), in risposta ad un articolo pubblicato su “La Stampa” dell’8/04 u.s. in cui venivano enfatizzati nuovi modelli organizzativi che valorizzano la figura del dottore infermiere in alcuni ambiti, senza in nessun modo minimizzare le competenze del dottore medico.

Un comunicato quello del sindacato medico, inquietante sia nel titolo, che nella sostanza…con un titolo che crea confusione e sconcerto nel lettore, dal contenuto farneticante ed assolutamente non aderente alla realtà!

Due ambiti di intervento che valorizzano le peculiarità infermieristiche:

  • la medicina di base;
  • l’organizzazione dei P.S.

Affermare infatti che “Fa discutere  l’ennesima uscita sulla stampa dell’enfatizzazione della figura dell’infermiere che sostituirebbe in mansioni fondamentali di un Medico che secondo alcuni “avrebbe troppo da fare e trascura i suoi pazienti” è non solo falso ma addirittura allarmistico e assolutamente scorretto dal punto di vista comunicativo.

Sarebbe stato più corretto ed utile invece argomentare su quello che è il ruolo dell’infermiere di famiglia (VEDI), ricordando a tutti che la sua implementazione nel territorio nazionale rappresenta un preciso impegno sottoscritto dal nostro paese nel lontano 1999 “Health21: the health for all policy for the WHO European Region”, l’O.M.S. che definisce l’infermiere di famiglia come il professionista che:

“aiuterà gli individui ad adattarsi alla malattia e alla disabilità cronica o nei momenti di stress, trascorrendo buona parte del suo tempo a lavorare a domicilio dei pazienti e con le loro famiglie. Tali infermieri consigliano riguardo agli stili di vita ed ai fattori comportamentali di rischio ed assistono le famiglie in materia di salute. Attraverso la diagnosi precoce, essi possono garantire che i problemi sanitari delle famiglie siano curati al loro insorgere. Con la loro conoscenza della salute pubblica, delle tematiche sociali, e delle altre agenzie sociali, possono identificare gli effetti dei fattori socioeconomici sulla salute della famiglia e indirizzare quest’ultima alle strutture più adatte. Possono facilitare le dimissioni precoci dagli ospedali fornendo assistenza infermieristica a domicilio ed agire da tramite tra la famiglia e il medico di famiglia, sostituendosi a quest’ultimo quando i bisogni identificati sono di carattere prevalentemente infermieristico”

“Quello che sta succedendo in Piemonte – continua Gianfranco Breccia, segretario nazionale Snami – è spia di una improvvisazione alquanto pericolosa. Si sono inventati “l’infermiere di famiglia” a cui è seguito il messaggio sui media che “gli infermieri farebbero quello che una volta facevano i medici condotti”

UN’AFFERMAZIONE DEL TUTTO FALSA, che denota una scarsa conoscenza del “sistema salute” e della sua evoluzione che sta interessando tutti i paesi sviluppati:

  1. Il medico condotto in Italia non esiste più da anni ( legge 833/78) con la quale si è istituito il S.S.N. passando da un modello di tipo BISMARK ad un modello di tipo UNIVERSALISTA in cui non sono più le mutue a farsi carico dell’assistenza sanitaria ,ma direttamente lo stato attraverso il S.S.N.
  2. Gli infermieri non fanno e non hanno nessuna intenzione di fare i medici, ma fanno e vogliono fare gli infermieri; a loro non spetta nè la diagnosi nè la terapia, agli infermieri spetta la pianificazione dell’assistenza, in questo caso nel territorio e più specificamente all’interno delle famiglie, divenendo un ponte tra la famiglia, la società ed il S.S.R. e lavorando nel territorio a stretto contatto proprio con il medico di medicina generale.

Quindi nessuna commistione o prevaricazione di competenze, ad ognuno il proprio ruolo nel rispetto reciproco e sopratutto in un clima di fattiva collaborazione ed integrazione delle due figure.

Se invece di gridare “al lupo al lupo” si ragionasse e si conoscesse l’essenza delle argomentazioni, sicuramente tutto potrebbe apparire sotto una luce diversa, ci si renderebbe conto di quanto utile, se non vitale, la figura infermieristica incardinata in modelli organizzativi che portano una risposta certa e competente ai bisogni di salute dei cittadini, superando criticità evidenziate sul territorio e nei pronto soccorso (VEDI).

Altro argomento spinoso cui fa riferimento il dott. Testa è quello del triage in P.S.:

“Siamo sicuri ad esempio che il triage al pronto soccorso, compito delicatissimo e di grande valenza professionale, sia assolutamente più consono ad una infermieristica rispetto a quella medica? Sicuramente i Medici che lavoreranno in diurno nella prossima ri-modulazione dell’assistenza territoriale svolgerebbero tale percorso meglio di chiunque altro! “

A tal proposito ricordiamo che l’argomento è regolato dalle leggi dello Stato e da accordi Stato – Regioni, così come affermato nelle linee guida sul sistema di emergenza – urgenza sanitaria (VEDI) in applicazione del D.P.R. 27 marzo 1992 del Ministero della Sanità (VEDI).

Forte presa di posizione anche da parte dei collegi ipasvi piemontesi, che ribadiscono quanto affermato finora: “Spiace vedere che il responsabile di un noto sindacato nazionale proprio di medici di medicina generale non si sia ancora reso conto che l’infermiere di famiglia non è una invenzione del Piemonte….Nessuno, sottolineo nessuno, ha mai affermato che l’infermiere di famiglia debba sostituire il medico nel momento della necessaria diagnosi e terapia”.

Sul triage: “Non si strumentalizzano dati di fatto come il triage e come corsi universitari che certificano e testimoniano le capacità degli infermieri. Non si utilizzano modelli di assistenza ormai consolidati per cercare di tirare acqua a un mulino che di fatto è stato abbandonato da tempo, perché operava con modalità ormai obsolete”.

La redazione di NURSE TIMES auspica il dialogo tra le professioni che favorisca la loro coevoluzione, a beneficio dei bisogni di salute espressi dai cittadini, vero punto di riferimento per tutte le professioni sanitarie.

 

Angelo De Angelis

 

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