Una infermiera siciliana, dipendente pubblica, ma anche presidente di una associazione di donatori di sangue, è stata sospesa dal servizio in quanto non presentò formale richiesta alla Asp di assumere anche l’altro incarico.
Un’infermiera, dipendente dell’Asp 5 di Messina, è stata sospesa dal servizio in quanto anche presidente di un’associazione locale di donatori di sangue. La donna, infatti, avrebbe assunto tale incarico senza aver prima richiesto all’Azienda sanitaria provinciale un’autorizzazione per andare a ricoprire ruoli extra-istituzionali. Quindi è scattata la sospensione.
Per tale motivo il deputato regionale Salvo Giuffrida ha presentato un’interrogazione parlamentare, sollevando il caso, ed ha rilasciato le seguenti dichiarazioni in una nota inviata ad Insanitas (VEDI) a sostegno della dipendente colpita dal provvedimento: “Considero tale provvedimento significativamente grave, in quanto viziato sotto il profilo giuridico-normativo, nonché sotto il profilo etico e della ragionevolezza. La legislazione vigente in materia di pubblico impiego non prevede obblighi autorizzativi per incarichi come quello ricoperto dalla dipendente, la quale svolge la carica associativa a titolo gratuito, senza ricevere alcuna retribuzione e in assenza di qualsivoglia profilo di incompatibilità con la propria attività lavorativa, non configurandosi alcun potenziale conflitto di interessi con l’Azienda Sanitaria. Il provvedimento sanziona l’impegno di volontariato che la dipendente espleta nel campo delle donazioni di sangue, operando, in conformità alla vigente normativa, senza fine di lucro e per scopi di pubblica utilità, che andrebbero supportati e incoraggiati, piuttosto che sanzionati”.
Giuffrida ha infine richiesto al Governo Regionale: “Si proceda ad una revisione della determinazione in esame, non solo nell’interesse individuale della dipendente, oggetto di una sanzione sproporzionata, ma altresì nell’interesse generale dell’intero mondo del volontariato con particolare riferimento al settore delle donazioni di sangue, riconoscendone l’utilità sociale per l’opera gratuita e meritoria svolta nel perseguimento di un evidente interesse pubblico della collettività”.
La risposta dell’Asp di Messina, affidata al direttore generale Gaetano Sirna, non si è fatta attendere molto: “I dipendenti delle aziende sanitarie hanno un rapporto di esclusività secondo cui non possono svolgere altre attività, neanche a titolo gratuito, senza l’autorizzazione da parte dell’azienda. Men che meno possono essere presidenti di associazioni che intrattengono con l’azienda rapporti di convenzione. Quindi è successo che questa dipendente dell’azienda, in quanto presidente di un’associazione, è venuta a firmare una convenzione con l’azienda stessa di cui è dipendente, generando un conflitto di interessi”.
Fonte: Insanitas
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