Progettata da Renzo Piano, la sede della tre giorni romana ha già ospitato gli infermieri italiani nel 2015.
Inaugurato il 21 dicembre 2002, l’Auditorium Parco della Musica è una consolidata realtà nel panorama della vita culturale di Roma e d’Italia, con un’affermazione sia sul piano della qualità dell’offerta sia sul piano della quantità di pubblico coinvolto. Ogni anno, infatti, oltre un milione di persone lo hanno finora visitato.
Si tratta di un centro di iniziativa polivalente: qui, ha trovato casa l’Accademia nazionale di Santa Cecilia, ma vi si svolgono pure eventi, prime cinematografiche, performance teatrali, mostre d’arte e congressi, come quello nazionale Fnopi, già ospitato con successo nel 2015. Attraverso le attività di promozione, l’Auditorium è un volano inesauribile sul versante culturale e può essere definito una vera “fabbrica di cultura”, per usare le parole di Renzo Piano, l’architetto che lo ha progettato.
L’intero spazio urbano e architettonico del grande complesso ruota attorno all’idea principale della centralità della musica. Tutti gli spazi, perciò, sono pensati in maniera funzionale a questa. Vi sono tre sale principali, il Teatro Studio, gli Studi 1, 2, 3, il foyer e la cavea. Le tre sale, di differente ampiezza e destinazione sono: la Santa Cecilia, destinata ai concerti sinfonici e per i grandi eventi; la Sinopoli, adattabile ai più svariati tipi di musica; la Petrassi, destinata ai generi musicali più nuovi e a pièce teatrali e cinema. Il Teatro Studio, con i suoi 350 posti, è uno spazio polifunzionale, mentre la Cavea (cioè l’anfiteatro all’aperto) conta tremila posti. Inoltre, l’Auditorium offre anche spazi dedicati: una biblioteca e audioteca, bookshop, bar e ristorante.
Come se non bastasse, c’è pure un orto biologico, dedicato a Valerio Daniel de Simoni e realizzato sui giardini pensili. Questo è un punto di riferimento per promuovere la biodiversità e l’agricoltura ecosostenibile. Definito “una coltura messa a dimora sopra la cultura”, è condiviso con i visitatori curiosi o appassionati, i ragazzi delle scuole del circondario e gli ospiti di due case famiglia (cui è destinata buona parte dei prodotti). È visitabile tutti i giorni dalle 11 alle 18 ed è suddiviso in sei grandi aiuole di terra (anch’essa biologica), nella quale vengono piantati gli ortaggi di stagione e una grande varietà di piante aromatiche. Porta il nome di un 24enne italo-australiano, militante di Greenpeace, morto in Malawi mentre stava ultimando un’avventura per raccogliere fondi a favore di due villaggi africani e diffondere il messaggio ambientalista.
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Fonte: www.ipasvi.it
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