Home Infermieri Nursing Up: “Mef stronca il Ccnl. Chiediamo la riapertura della contrattazione”
InfermieriPolitica & Sindacato

Nursing Up: “Mef stronca il Ccnl. Chiediamo la riapertura della contrattazione”

Condividi
Anticipato al 23 febbraio lo sciopero nazionale infermieri
Condividi

Il sindacato degli infermieri ha rilevato da tempo una serie di incongruenze che richiedono una necessaria riapertura del testo.

“Altro che dettagli formali, altro che via libera. Non c’è stato nessun parere positivo del Governo all’ipotesi di Ccnl del comparto Sanità, sottoscritta il 23 febbraio. Anzi, il Governo, accogliendo nell’ultimo Cdm il parere espresso dal ministero dell’Economia al testo dell’ipotesi di Ccnl, ha in sostanza detto all’Aran (e ha chi ha lavorato al contratto) che non è possibile procedere al via libera al nuovo contratto senza accogliere la richiesta di chiarimenti su aspetti importanti del testo. E le modifiche richieste all’Aran sono tutt’altro che formali: riguardano le risorse e vanno alla sostanza dell’ipotesi contrattuale”. Così Antonio De Palma, presidente di Nursing Up.

Il sindacato degli infermieri aveva rilevato, già prima del Mef, le incongruenze che richiedono una necessaria riapertura del testo. Le risorse messe a disposizione dalle Regioni non sarebbero sufficienti a coprire quanto previsto dal Ccnl. I nuovi incarichi non sono coperti da risorse aggiuntive, ma ricadono nei fondi aziendali che servono già a garantire straordinari e indennità già previsti dal vecchio contratto.

I nodi da sciogliere

Il Governo dice che “in assenza di questi chiarimenti non sussistono le condizioni per attestare la compatibilità economico-finanziaria ai fini dell’ulteriore corso dell’ipotesi di Ccnl”.

– Nell’articolo 75, che prevede la struttura della retribuzione, e nell’articolo 80 su fondo di condizioni di lavoro e incarichi, secondo il Mef vi è un’incongruenza nella misura comune dell’indennità di qualificazione, che da una parte viene ricompresa nello stipendio tabellare iniziale, dall’altra parte nei valori dei nuovi stipendi tabellari. Questo punto va corretto indicando chiaramente le risorse.

– Sull’articolo 16, che riguarda gli incarichi di funzione per il personale del ruolo sanitario e per gli assistenti sociali, il Mef solleva delle perplessità e vuole chiarimenti, perché quest’articolo prevede gli incarichi di funzione anche per assistenti sociali e assistenti sociali senior, in contrasto con la legge 43/2006, che le prevede solo per le professioni sanitarie. Gli assistenti sociali – lo ricordiamo – non fanno parte delle professioni sanitarie.

– Sull’articolo 17, che riguarda il requisito dell’incarico di funzione per il personale amministrativo, il Mef dice che bisogna chiarire in relazione al contenuto degli incarichi di organizzazione per il personale amministrativo. Andrebbe precisato se si tratta o meno di incarichi non di coordinamento, perché pare che i requisiti previsti per il loro conferimento corrispondono sostanzialmente a quelli previsti dall’articolo 16 “per gli ulteriori incarichi”. Un elemento che Nursing Up ha denunciato nel corso della contrattazione.

– Sull’articolo 18, che parla dell’istituzione e gradazione degli incarichi di funzione, il Mef (in linea con quello che il nostro sindacato ha sostenuto con forza sin dall’inizio) dice che la nuova organizzazione prevede uno stravolgimento del sistema degli incarichi, senza che vi sia un’indicazione delle risorse disponibili. Una grave lacuna che noi abbiamo evidenziato. Nell’ipotesi di Ccnl, questi incarichi di funzione sono conferiti nei limiti delle risorse disponibili in fondi aziendali che già esistono, il Fondo condizioni di lavoro e incarichi. Questa previsione, secondo i tecnici del Mef, non è in linea con quello che ha detto il Comitato di Settore nel proprio atto di indirizzo del 27 luglio 2017: la revisione di tutta questa macchina organizzativa doveva realizzarsi nell’ambito della disponibilità delle risorse del Fondo.

– Il Governo non si limita a chiedere chiarimenti, ma modifiche all’articolo 81, che riguarda Fondo premialità e fasce, ritendendo che “le previsioni ivi contenute non appaiono in linea né con l’atto d’indirizzo del 27 luglio 2017, che prevede la possibilità di far ricorso a dette risorse ove sussistano le condizioni di compatibilità finanziarie e il rispetto delle disposizioni vigenti in materia di contenimento delle spese di personale”, né con quello integrativo, che destina alla contrattazione per l’anno 2018 risorse inferiori rispetto a quelle previste per i restanti comparti, a motivo dell’asserita insufficienza di risorse per il finanziamento complessivo del Ssn”. Pertanto, anche al fine di evitare maggiori oneri, si ritiene necessaria la modifica al predetto comma.

Redazione Nurse Times

 

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *