Da Bologna, dove è in corso Exposanità, il presidente del sindacato infermieristico, Antonio De Palma, torna a parlare del nuovo contratto.
Da figura fissa e strutturata, punto di riferimento imprescindibile nella vita dell’ospedale e delle aziende sanitarie, gli infermieri coordinatori (che una volta si chiamavano “capisala”) con il nuovo Ccnl ricopriranno la funzione “a tempo”, e progressivamente rischiano di sparire, mettendo a repentaglio l’organizzazione e l’efficienza dell’attività infermieristica. Di tutto questo il sindacato Nursing Up parlerà oggi a Exposanità, in corso a Bologna, durante l’evento Ecm dal titolo Il coordinatore infermieristico come garanzia di qualità assistenziale nei confronti del cittadino, organizzato dal Coordinamento nazionale capisala Emilia Romagna.
“È del tutto evidente che questo contratto crea le condizioni per una precarizzazione del lavoro infermieristico, in particolare di quello che interessa gli specialisti, gli esperti, i titolari di incarichi di coordinamento e organizzazione. Il Nursing up denuncia da tempo questa grave stortura presente nel testo del nuovo Ccnl in via di approvazione, e ha anche promosso un rafforzamento della propria articolazione organizzativa, invitando il maggior numero possibile di coordinatori e caposala a dare una mano come rappresentanti sindacali per difendere il proprio ruolo e la professione infermieristica (per informazioni è attivo il numero verde 800.959.529)”. Così Antonio De Palma, presidente Nursing Up.
Nel dettaglio, il nuovo contratto mantiene l’indennità di coordinamento, ma solo per chi ne era già titolare prima del nuovo contratto e salvo il previsto riassorbimento in caso di attribuzione di incarico organizzativo all’interessato, secondo le nuove regole. I coordinatori, infatti, entreranno nel complesso meccanismo degli incarichi organizzativi, un sistema cervellotico che non aiuterà il Ssn, ma complicherà la vita di pazienti e sanitari. Nel nuovo Ccnl non ci sono incarichi fissi, perché non sono mai state assegnate risorse dedicate e integrative per l’attribuzione “in via stabile” di tali tipologie di incarico.
“Poiché non sono state individuate risorse dedicate e aggiuntive per tali tipologie di incarico, il contratto non avrebbe potuto prevedere la creazione di incarichi stabili e incardinati negli organici per specialisti, esperti, coordinamento e organizzazione, come invece chiede Nursing Up”, chiarisce De Palma, che aggiunge: “Finora le pressioni degli infermieri sulla parte pubblica e sui sindacati sono state forti, ma evidentemente non è bastato, perché la risposta contenuta nel Ccnl, in carenza di risorse dedicate, è stata quella di prendere i soldi per gli incarichi direttamente dal portafoglio del personale, cioè da uno dei fondi contrattuali a livello integrativo, quelli dove ci sono le già scarse risorse per pagare lo straordinario e le indennità per particolari condizioni di lavoro”.
Concludendo: “Tutto questo, in qualche modo, significa che in un Ssn in perenne carenza di personale le Asl sono costrette a utilizzare quotidianamente le risorse del fondo aziendale per pagare lo straordinario e le altre indennità per mantenere operativi i servizi al cittadino. Sfidiamo chiunque a trovare nello stesso fondo anche le risorse sufficienti per attribuire un congruo numero di incarichi, senza correre il rischio di arrecare grave pregiudizio ai servizi”.
Redazione Nurse Times
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