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NeXT. I disturbi del comportamento alimentare. Il ruolo dell’infermiere

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NeXT. I disturbi del comportamento alimentare. Il ruolo dell'infermiere
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Contuna il grande successo per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) targato Nurse Times

Giunge al nostro indirizzo mail [email protected] il lavoro di tesi della dott.ssa Daniela Pagnano, dal titolo “I disturbi del comportamento alimentare. Il ruolo dell’infermiere”, laureatasi presso l’Università degli Studi di Siena nell’a.a. 2016-2017.


…di Daniela Pagnano

I pazienti affetti da DCA richiedono una particolare attenzione nell’assistenza e nella loro prevenzione attraverso interventi specifici volti sia alla sfera clinico – assistenziale ma sopratutto a quella psico-emotiva e sociale.

Introduzione

I DCA costituiscono, oggi, un problema di salute complesso, una vera e propria emergenza sanitaria, una malattia che viene definita globalizzata, che per il momento non sembra trovare margine alla sua crescita esponenziale, la cui incidenza va aumentando di pari passo con le modifiche delle caratteristiche psicopatologiche.

L’infermiere tra le varie figure professionali,  in materia di sanità  assume un ruolo importante nella promozione della salute e nella prevenzione del disturbi del comportamento alimentare.

Poiché nell’ambito DCA gli infermieri sembrano esercitare le proprie responsabilità, soprattutto relazionali, in forma autonoma, forse maggiormente che in altre realtà, saranno sempre di più chiamati ad assumere decisioni cliniche in modo autonomo.

Obiettivi dello studio

Un obiettivo della seguente Tesi di Laurea è quello di favorire la prevenzione dei DCA, attraverso l’informazione e la creazione di un opuscoletto informativo.

Un secondo obiettivo è stato quello di valutare gli obiettivi formativi essenziali per implementare la formazione infermieristica, su un tema attuale e delicato come quello del trattamento e della prevenzione dei DCA.

Materiali e metodi

Per raggiungere gli obbiettivi di questo lavoro è stata effettuata una ricerca bibliografica, tramite le banche dati, per conoscere il ‘fenomeno’ DCA e poterne descrivere l’assistenza infermieristica specifica.

Conclusioni

Dietro un  DCA spesso si nascondono significati ben più profondi, una sofferenza logorante che spinge la persona all’isolamento, a vivere una condizione di ansia e malessere perenne.

I pazienti affetti da DCA richiedono una particolare attenzione nell’assistenza e nella loro prevenzione attraverso interventi specifici volti sia alla sfera clinico – assistenziale ma sopratutto a quella psico-emotiva e sociale

Per tale motivo richiedono un supporto individuale e l’infermiere può aiutarli a comprendere meglio la loro condizione, a riscoprire la loro identità, imparare ad accettarsi, migliorare l’immagine corporea e il senso di autostima e a raggiungere un equilibrio nella loro vita di uno stato di benessere.

Inoltre rappresenta una figura da mediatore tra paziente e famiglia e tra paziente con le varie figure dell’equipè, in quanto è la figura professionale che passa più tempo a contatto con il paziente e ha quindi una notevole possibilità di influenzarne i comportamenti e gli atteggiamenti.

E’ quindi importante riconoscere nella relazione paziente-infermiere un forte coinvolgimento che diviene uno strumento necessario ai fini terapeutici e prognostici.
Un aspetto che risulta molto importante, soprattutto agli occhi del paziente, è l’ affidabilità dell’operatore.

Gli infermieri  devono assumere un atteggiamento non giudicante e accettare i pazienti con disturbi alimentare, ciò può essere ottenuto costruendo una relazione di fiducia e incoraggiando i pazienti a parlare delle loro preoccupazioni.

Assistere i pazienti e incoraggiarli a rimanere forti e aderire al trattamento richiede agli infermieri di sviluppare una relazione che sia attenta, empatica e affidabile e in linea con l’approccio alla cura personale.

All’infermiere quindi, si chiede di osservare e di assistere il paziente presupponendo da parte sua un ruolo emotivamente attivo ed una messa in atto di comportamenti che risultino più “terapeuticamente” indicati per quel tipo di paziente in quella specifica circostanza.

Affinché l’infermiere possa svolgere un compito del genere è necessario che sia fornito di una serie di conoscenze teorico-cliniche che allo stato attuale non possiede pienamente.

Il problema che emerge è quello di fornire all’infermiere gli strumenti necessari per ottenere una  professionalità adeguata alla realtà in cui opera,  nonostante esso sia stato comunque dotato di una formazione universitaria, in alcuni contesti può non essere sufficiente.

Daniela Pagnano

Allegati

Tesi: I disturbi del comportamento alimentare. Il ruolo dell’infermiere

Opuscolo informativo

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