Il presidente Marco Contro: “Il nostro focus sarà sempre rivolto alla cittadinanza, oltre che al professionista”.
Per l’Opi Rovigo il mese di maggio è stato molto importante, significativo e ricco di appuntamenti, fra impegni istituzionali, eventi rivolti alla cittadinanza, celebrazioni come la Giornata dell’infermiere, e corsi di formazione. Tra gli eventi di maggiore rilievo, il corso Ecm che ha avuto luogo il giorno 23 maggio all’Hotel Europa di Rovigo e che ha visto come protagonisti il presidente dell’Opi Rovigo, Marco Contro (a destra nella foto), e il vicepresidente dell’Opi La Spezia, Francesco Falli (a sinistra), figura infermieristica di spicco a livello nazionale, sempre molto apprezzata e stimata nel territorio rodigino, oltre che punto di riferimento per il direttivo infermieristico polesano.
Tanti i temi sollevati durante l’intera giornata formativa, denominata “Gli orizzonti del Nursing. L’infermiere: assistenza, coordinamento e management. Check and balances delle responsabilità”. Al centro dell’attenzione la trasformazione, avvenuta a inizio 2018, dei Collegi in Ordini professionali, come ha spiegato il presidente Contro alla numerosa platea presente: “Con la Legge n. 3/2018 ‘Lorenzin’, da organo ausiliario il nostro è divenuto un ente sussidiario dello Stato. L’aspetto fondamentale è che l’Ordine è tenuto a vigilare sul comportamento del professionista. Rimane inalterata, e allo stesso tempo fondamentale, la doppia tutela rivolta al cittadino e al professionista stesso. Come hanno dimostrato le nostre recenti iniziative, ma anche le nostre posizioni sulla stampa, il focus di questo direttivo sarà sempre orientato al benessere della cittadinanza”.
Fra gli argomenti di interesse, anche quello relativo alla comunicazione infermieristica. “Troppo spesso – ha affermato Francesco Falli – la comunicazione equivoca, incompleta, errata, assente, parziale e svogliata genera errori. La maggior parte degli errori in sanità e non solo avviene proprio per difettosa comunicazione. E quando parliamo di comunicazione non possiamo tralasciare l’aspetto social. Come professionisti sanitari non dobbiamo mai diffondere, attraverso i social media, immagini o informazioni relative all’assistito che possano violare i suoi diritti a privacy e riservatezza. I social non rendono la gente stupida, danno solo più visibilità alla gente più stupida”.
Redazione Nurse Times
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