Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del sindacato di categoria.
Il sindacato degli infermieri Nursing Up si schiera a difesa dei master universitari per formare i professionisti specialisti. Ciò avviene dopo aver appreso che stanno giungendo ai ministri dell’Istruzione e della Salute richieste diverse, che vorrebbero in qualche modo mettere in discussione la validità di tali titoli di studio, sino a oggi rilasciati legittimamente dalle università con riferimento a specifici profili specialistici e nel rispetto della legge n. 43/2006.
Per trattare la problematica, Nursing Up ha chiesto un incontro urgente al ministro dell’Istruzione, università e ricerca, Marco Busetti, al ministro della Salute, Giulia Grillo, al presidente della Conferenza Regioni, Stefano Bonaccini, al presidente del Comitato di settore Regioni Sanità, ai componenti dell’Osservatorio nazionale professioni sanitarie e al presidente della Fnopi.
Nella missiva la sigla di categoria fa riferimento alle previsioni del Ccnl del comparto sanità pubblica, sottoscritto definitivamente il 21 maggio scorso, richiamando l’attenzione sulla prevista istituzione della nuova figura di “professionista specialista”, alla quale si accede previo possesso del master specialistico di primo livello, di cui all’articolo 6 della legge n. 43/2006.
A tal riguardo, giova rammentare che la materia dei master per le professioni sanitarie non mediche, allo stato, viene normata specificatamente dall’articolo 1, punto 6, lettera c della legge n. 43/2006. Il contenuto di tale previsione non pone dubbi interpretativi: “(…) professionisti specialisti in possesso del master di primo livello per le funzioni specialistiche rilasciato dall’università ai sensi dell’articolo 3, comma 8, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509, e dell’articolo 3, comma 9, del regolamento di cui al decreto del ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270 (…)”.
Nursing Up sottolinea che, secondo la normativa vigente, sono le università a istituire autonomamente percorsi di master finalizzati alla specializzazione del personale delle professioni sanitarie, ai sensi delle previsioni di cui alla legge n. 43/2006. E infatti sono migliaia i professionisti infermieri che hanno frequentato tali corsi in tutta Italia, conseguendo i relativi titoli di specializzazione.
Ma ora che il nuovo Ccnl prevede l’istituzione del professionista specialista, Nursing Up non vorrebbe mai che, passando alle concrete individuazioni dei master specialistici di primo livello considerati utili ai fini contrattuali, si andassero a escludere dalle selezioni coloro che hanno acquisito master fino alla data odierna, rilasciati in applicazione, come già ripetuto, dell’articolo 6 della legge 43/2006. In tal senso, atteso il grave clima di incertezza legato al timore di un’illogica e ingiustificata esclusione dalle selezioni destinate agli specialisti nelle aziende sanitarie italiane, l’O.S. rappresenta l’esigenza di fugare ogni dubbio nei confronti dei potenziali interessati.
Risulta evidente che, in presenza di una specifica norma di legge che regoli la materia, qualsiasi eventuale, diversa decisione finalizzata a tracciare le linee guida per i corsi universitari ai fini dell’acquisizione dei master relativi alle singole specializzazioni sulle quali il Nursing Up si aspetta di essere consultato (in qualità di organizzazione sindacale), non potrà che avere valore ultra-attivo, lasciando quindi validi ed efficaci, ai fini dell’ammissione alle selezioni bandite dalle pubbliche amministrazioni, tutti i titoli conseguiti antecedentemente, in quanto rilasciati dalle università.
Nursing Up
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