La preparazione della tesi di laurea e la successiva dissertazione rappresentano per molti studenti universitari uno dei momenti più importanti della loro vita accademica e non solo.
Molti infermieri lo ricorderanno come istante di grande orgoglio e di vanto davanti agli sguardi commossi di amici e parenti.
Gli stessi ex studenti non potranno mai scordare gli interminabili giorni necessari per decidere l’argomento, trovare un relatore disponibile, reperire tutto il materiale ed iniziare a preparare la cosiddetta “scaletta”.
Mesi e mesi trascorsi senza alcuna vita sociale, finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo inseguito per molti anni, ovvero il conseguimento della tanto sudata laurea.
Ma dopo l’ottenimento della preziosa pergamena, qualcuno ha mai pensato alla fine che potrebbero fare gli elaborati presentati alla commissione?
Quelle così importanti copie cartacee richieste che secondo i vari docenti non sarebbero mai sufficienti verranno sicuramente conservate.
Quale studente non ha pensato che il relatore ne farà tesoro, dopo tutto l’impegno profuso per la stesura. Chi non ha creduto che la tanto amata tutor didattica, per la quale è stata fatta stampare e rilegare la copia in più, non conservi avidamente quel gradito regalo?
Presso l’Università di Palermo pare non essere così. Sarebbero difatti state rinvenute nella spazzatura e fotografate centinaia di tesi rilegate di svariate corsi di laurea presentate per le sessioni estive 2018, concluse da poche settimane.
Incredibilmente sarebbero già finite nel cassonetto della carta riciclata, pronte per diventare carta igienica o sacchetti rinforzati.
Cosa dovrebbe pensare uno studente che, dopo mesi di sforzi fisici, mentali ed economici, è riuscito a stampare le 4-5 se non più copie rilegate richieste, per poi ritrovarle in un cassonetto una settimana dopo la dissertazione?
Da anni continuo a pensare che attorno al sistema universitario circoli uno dei più proficuo business del secolo, questo scandaloso ritrovamento non fa che avvalorare la mia tesi.
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