Il disegno di legge ‘promesso’ dalla ministra Giulia Grillo, in tema di aggressioni al personale sanitario, è stato finalmente approvato dal Consiglio dei Ministri. Tale documento, che speriamo basti ad avere un po’ di sollievo circa questo problema che mette ogni giorno in pericolo i lavoratori della sanità di tutta Italia, introduce disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie nell’ambito dell’esercizio delle loro funzioni.
In primis, il suddetto ddl prevede l’istituzione dell’Osservatorio sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie, un ‘organo’ a cui saranno attribuiti principalmente i seguenti compiti:
a) monitorare gli episodi di violenza che vengono commessi ai danni degli esercenti le professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni;
b) promuovere studi ed analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti;
c) monitorare l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro ai sensi del Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.
Grazie all’aiuto dell’Agenzia nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS), l’Osservatorio acquisirà i dati regionali relativi all’entità e alla frequenza del fenomeno, anche con riguardo alle situazioni di rischio o di vulnerabilità nell’ambiente di lavoro.
Con l’approvazione del ddl Grillo, le pene per chi aggredisce il personale sanitario dei nostri ospedali sono altresì più severe: il codice penale è stato infatti integrato con l’inserimento di un’ulteriore aggravante per chi commette il fatto con violenza o minaccia a danno degli esercenti le professioni sanitarie, in ogni circostanza e contesto, compreso quello privatistico.
In particolare, all’articolo 61 del codice penale stato aggiunto il seguente numero: “11-septies) l’avere commesso il fatto con violenza o minaccia in danno degli esercenti le professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”.
Non verrà riconosciuto, però, lo status di ‘pubblico ufficiale’ ai professionisti (VEDI) in quanto secondo la ministra “il personale medico e sanitario si sarebbe visto addossare anche un insieme di oneri ed incombenze, connessi alla funzione di pubblico ufficiale, non coerenti, o comunque esorbitanti rispetto al proprio ruolo.”
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