Riprendiamo un comunicato stampa diffuso dal sindacato infermieristico.
“L’art. 1, comma 565, della Legge 27 dicembre 2006 n. 296, i cui contenuti sono stati confermati dall’art. 2, comma 71, della Legge 23 dicembre 2009 n. 191 e successive modificazioni, stabilisce che gli Enti del Servizio Sanitario Nazionale concorrono alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica adottando misure necessarie a garantire che la spesa del personale, al lordo degli oneri riflessi a carico delle Amministrazioni e dell’Irap, non superi il corrispondente ammontare dell’anno 2004 diminuito dell’1,4%: tale limite – che per la Asl di Brindisi è calcolato in € 176.500.721,00 al netto dei rinnovi contrattuali sopravvenuti – è stato tenuto in considerazione, quale soglia invalicabile, in sede di definizione del Piano triennale del fabbisogno 2018-2020”.
Così recita il razionale del fabbisogno di personale 2018-2020 della Asl Brindisi, presentato pochi giorni fa alle organizzazioni sindacali. Il Piano triennale indica le assunzioni a tempo indeterminato previste nel triennio, prevedendo l’articolazione per ruolo, profili e categorie, oltre che per esigenze delle singole unità operative, incrementando in particolare le assunzioni di Oss, fortemente richiesti dalla categoria al fine di fare fronte al reiterato demansionamento, ma con una nota dolente: progressivamente si diminuisce l’organico infermieristico.
Infatti, a fronte di un aumento di quasi 600 dipendenti nel 2020, si registra una diminuzione di 156 unità infermieristiche. Ciò non può fare altro che aggravare la già deficitaria assistenza infermieristica nelle nostre unità operative. Tantomeno si possono ritenere proponibili le soluzioni tampone proposte dalla direzione generale, la quale ha ritenuto di fare ricorso alla mobilità d’urgenza con rotazione mensile dai presidi di Ostuni e San Pietro Vernotico, atteso che un mese è appena necessario a formare e integrare tale personale, in particolare in settori quali il blocco operatorio, la Radiologia interventistica o il pronto soccorso.
Non ci resta, quindi, che fare appello alla politica, e in particolare al governatore della Regione Puglia, ricordando che ormai esistono studi scientifici che non possiamo più ignorare, come RN4CAST, che indicano un aumento della percentuale di mortalità in alcuni reparti, a seguito di un aumentato rapporto infermiere/paziente. Vogliamo e chiediamo a gran voce una seria programmazione del fabbisogno. Se non ci saranno risposte concrete, saremo costretti a iniziare tutte le azioni di lotta sindacale possibili e consentite, con il coinvolgimento di operatori, cittadini e istituzioni.
Redazione Nurse Times
Fonte: www.brindisilibera.it
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