Si va verso lo stop dell’intramoenia. Il documento spinge anche sui temi organizzativi e sulla sanità digitale.
La Giunta pugliese ha licenziato il Piano regionale per le liste d’attesa, nel quale ha inserito ciò che un mese fa ha eliminato dalla contestata proposta di legge del consigliere Fabiano Amati. Lo stop all’intramoenia è infatti contenuto nel Piano nazionale del ministro Giulia Grillo che le Regioni si erano impegnate a recepire entro il 21 aprile. Il documento predisposto dai dirigenti del dipartimento Salute sarà sottoposto all’esame del partenariato il prossimo 9 maggio.
Cosa prevede? Le prestazioni urgenti dovranno essere garantite entro 3 giorni, quelle “brevi” entro 10, le differibili tra i 30 (per le visite) e i 60 giorni, mentre per i controlli programmati si scende a un massimo di 4 mesi dagli attuali 6. Ma la novità più importante è che, in caso di disallineamenti nei tempi di prenotazione, anche le Asl pugliesi dovranno sospendere l’attività libero-professionale dei medici.
Prevedibile una reazione delle organizzazioni mediche, già fortemente contrarie all’ipotesi di intervenire sull’intramoenia. E questo nonostante la Puglia sia entrata in punta di piedi. Il Piano prevede infatti che, in caso di eccessiva disparità nei tempi di attesa tra una prestazione in regime istituzionale e una a pagamento (o anche se il volume delle prestazioni a pagamento supera quello delle prestazioni istituzionali), “il direttore generale procede alla sospensione dell’erogazione delle prestazioni in libera professione, fatta salva l’esecuzione delle prestazioni già prenotate. Tale sospensione si applica esclusivamente alla tipologia di prestazioni ed alla specifica Unità operativa per le quali si è registrato il disallineamento”. Va anche detto, però, che pure con questa formulazione oggi l’attività intramoenia andrebbe bloccata quasi ovunque.
Oltre a occuparsi di attività a pagamento, il Piano spinge anche sui temi organizzativi e sulla sanità digitale. La novità principale è che il Centro unico di prenotazione (Cup) dovrà obbligatoriamente effettuare il recall per ricordare al cittadino la prenotazione (alcune Asl già lo fanno), mentre è confermato il divieto di chiudere le agende, tranne che per motivi straordinari (se si rompe una macchina o se c’è una improvvisa carenza di personale).
Entro 6 mesi dovrà essere completato l’avvio del Cup regionale integrato (è una piattaforma informatica cui non sono collegate solo Asl Bari, Lecce e Oncologico). Grazie a questo sistema, al paziente potranno essere proposte anche soluzioni fuori provincia, cosa che oggi avviene in un numero limitato di casi. Entro il 31 dicembre dovrà poi essere attivato anche il pagamento dei ticket online attravero la piattaforma Pago Pa, mentre le agende dovranno essere visualizzabili attraverso il portale e la app PugliaSalute, anche quando non prenotabili, “al fine di consentire la massima trasparenza nella consultazione delle prime disponibilità”. Questo riguarda anche le agende dell’intra-moenia, che oggi sono spesso gestite dai singoli reparti.
Redazione Nurse Times
Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it
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