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Protocollo Fnopi-Aiic per garantire qualità e sicurezza della sanità digitale

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Protocollo Fnopi-Aiic per garantire qualità e sicurezza della sanità digitale
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Lorenzo Leogrande e Barbara Mangiacavalli firmano a Catanzaro un documento comune tra ingegneri clinici e professioni infermieristiche per assicurare ai cittadini, ai pazienti e al Ssn un monitoraggio reale e di qualità su app e device di ultima generazione.

L’impatto sempre più vasto, importante e definitivo delle tecnologie digitali sui sistemi sanitari è un’evidenza ormai quotidiana e sotto gli occhi di tutti. Basti solo un esempio per certificare la massiccia penetrazione della digital-health: un ospedale di medie dimensioni ormai registra la presenza di alcune migliaia di dispositivi connessi che mantengono efficiente il sistema delle cure, della diagnostica, delle chirurgie, della gestione dei pazienti nelle degenze.

L’argomento è in questi giorni tra i temi caldi del XIX Convegno Nazionale AIIC in corso di svolgimento a Catanzaro (dove Fnopi e Opi calabresi hanno incontrato il commissario straordinario Cotticelli), con la partecipazione di alcuni tra i massimi esponenti del dibattito sullo sviluppo della sanità italiana. Il Servizio Sanitario Nazionale – viene ricordato da più esperti – deve mettere in conto e quantificare il valore autentico dell’innovazione in sanità e i rischi correlati a tecnologie sempre più mobili, portabili, interconnesse, ma anche spesso più vulnerabili: il valore di un nuovo pacemaker, di uno stent medicato, di una nuova tomotherapy, di un bisturi a ultrasuoni di ultima generazione.

Nella gestione dei servizi va codificato come gestire in reparto il monitoraggio del paziente attraverso la diffusione di sistemi leggeri e portabili, valutare l’impatto sul sistema dell’uso finalmente condiviso e collaborativo della cartella clinica, pesare e valutare la diffusione delle app mediche, dei dispositivi wearable, della diffusione wireless di dati sulle performance fisiche e sui parametri corporei e muscolari. Naturalmente il tutto quantificando quanto “investire” e anche “pagare” l’innovazione che produce reali ricadute sulle persone, sui sistemi, sulle organizzazioni e quali profili di responsabilità si associano a questa immensa e positiva rivoluzione in atto.

Un dato è certo ed emerge anche dai lavori del Convegno di Catanzaro: la sanità digitale attraverso dispositivi mobili e wireless sta prepotentemente entrando nell’agenda, e le professioni sanitarie sono chiamate a svolgere un ruolo da protagonista in questa accelerazione verso la sanità del futuro.

Su questi temi, vasti, strategici e non rimandabili, l’Associazione Italiana Ingegneri Clinici (AIIC) – esperti delle tecnologie innovative, della loro acquisizione e manutenzione all’interno dell’orizzonte complessivo delle apparecchiature per la salute – e la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) – la più numerosa e diffusa professione sanitaria del nostro Paese con oltre 450mila iscritti agli Ordini, rappresentano la presenza più quotidiana di fianco ai pazienti ed alle loro famiglie, gli operatori che più di tutti hanno un rapporto specifico con le persone e con i device – hanno deciso di dar vita ad un percorso comune, realizzando un Protocollo d’intesa con cui le due realtà intendono iniziare una lunga collaborazione proprio nella misurazione dell’impatto della sanità digitale mobile sui pazienti, sui professionisti e sul Servizio sanitario nazionale e il monitoraggio comune, continuo e condiviso della sua diffusione all’interno dei luoghi di cura e sul territorio.

Il Protocollo – presentato questa mattina al termine della Sessione inaugurale del XIX Convegno AIIC – nasce dall’esigenza di interagire tra professioni per assicurare un’evoluzione corretta del SSN anche nell’ambito della salute digitale, collaborando per identificare e governare i dispositivi e le app davvero utili per la salute dei pazienti nel rapporto qualità-sicurezza-usabilità-personalizzazione, garantendo valutazioni di HTA degli stessi. L’obiettivo del documento è molteplice e punta a offrire una visione competente sulla sanità digitale e suoi strumenti, favorire attraverso i device la riduzione dei tempi di risposta in tutti gli ambiti dell’assistenza, superare le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari a partire dalle aree interne più disagiate del Paese e favorire la continuità assistenziale, superando grazie a devices opportunamente identificati la divisione tra ospedale e territorio.

“Con questa qualificata collaborazione interprofessionale – ha detto Lorenzo Leogrande, presidente AIIC – il nostro obiettivo comune è uno solo: assicurare ai cittadini e ai pazienti e al Servizio Sanitario Nazionale un monitoraggio reale, normativamente efficace e di qualità anche sui device di ultima generazione e sulla loro capacità di contribuire realmente alla salute delle comunità”.

“Si tratta di una collaborazione reale e importantissima – ha detto Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI –, all’interno della quale i professionisti mettono in comune le loro competenze per un monitoraggio di cui i pazienti hanno assolutamente bisogno. Gli infermieri sono in prima linea nell’assistenza ai pazienti più fragili, quelli che di più richiedono aiuto, che hanno e sopportano la maggiore sofferenza e gli ingegneri spesso forniscono loro, come alle altre professioni sanitarie, gli strumenti e i mezzi per farcela”.

L’alleanza tra ingegneri clinici e infermieri offre da oggi ai pazienti una gestione sicura dei loro dati e scelte coerenti e corrette, nel rispetto del principio dell’appropriatezza clinica, delle app mediche e dei device per i pazienti in cronicità domiciliare, anche grazie all’interazione e la collaborazione con le associazioni di cittadini e pazienti che usufruiscono delle soluzioni di sanità digitale. Le prossime tappe della collaborazione, così come annunciate da Leogrande e Mangiacavalli, sono la realizzazione di un Gruppo di Coordinamento Progettuale tra AIIC e FNOPI che sviluppi i punti identificati, diffondendo il Protocollo presso tutte le realtà del Ssn e allargandolo anche ad altri soggetti professionali e associativi dell’assistenza.

Redazione Nurse Times

 

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