L’89,6% degli infermieri italiani è stato vittima di violenza fisica, verbale o telefonica da parte di famigliari o pazienti almeno una volta nella propria carriera lavorativa.
Nel bilancio che pare assumere le sembianze di un vero e proprio bollettino di guerra rientrano anche le molestie sessuali da parte dell’utenza sul posto di lavoro.
I dati, elaborati dal Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università di Tor Vergata di Roma, evidenziano il bisogno urgente di realizzare interventi che possano arginare il fenomeno sempre più frequente delle aggressioni.
I numeri riguardanti le aggressioni fisiche non lascerebbero ben sperare: il 43,1% degli infermieri è stato vittima di lancio di oggetti o sputi. Per il 39,1% degli operatori intervistati non sono mancati graffi, schiaffi e pugni. Il 36,6% ha subito spintoni mentre il 26,2% è stato preso a calci da pazienti o accompagnatori.
Per non parlare di tutte quelle volte che gli infermieri subiscono violenze verbali quali urla, offese, insulti o minacce. Nel 26,6% dei casi è capitato più di 15 volte, mentre nel 35,7% tra 4 e 15 volte. Il 31,9% degli infermieri è stato più fortunato, venendo insultato “solamente” da una a tre volte.
Quali sono le conseguenze che subiscono gli infermieri vittime di un episodio di violenza? Secondo lo studio, nel 41,8% dei casi subentrerebbe una difficoltà/calo di concentrazione per l’intera durata del turno. 16,9% paura e nella stessa percentuale rabbia. Nel 18,9% la vittima di violenza delega le attività infermieristiche successivamente rivolte all’aggressore a un altro collega e nel 5,5% dei casi insorge un comportamento di esclusione che può arrivare a compromettere l’esecuzione delle proprie attività.
Questi dati relativi alla categoria infermieristica, associati a quelli relativi alle aggressioni subite dai medici ottenuti dalla Fnomceo creano un quadro ancora più allarmante.
Il 50% dei medici ha subito, nell’ultimo anno, aggressioni verbali mentre il 4% è stato vittima di violenza fisica. Per il 38% dei camici bianchi il luogo di lavoro risulterebbe poco o per niente sicuro mentre il 46% è abbastanza o molto preoccupato di subire aggressioni.
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