I polifenoli, negli ultimi decenni, sono stati proposti come componenti della dieta capaci di ridurre il rischio di sviluppo di diabete tipo 2 (DMT2), delle malattie cardiovascolari e di alcuni tipi di neoplasia
In particolare, a tali molecole sono stati attribuiti effetti favorevoli sul controllo dello stress ossidativo e di altri fattori di rischio cardio-metabolico quali peso corporeo, glicemia, profilo lipidico, pressione arteriosa e infiammazione.
Alcuni studi condotti su singoli polifenoli estratti da diverse matrici alimentari, quali l’epigallo-catechinagallato (EGCG), estratto dalle foglie di tè verde, i flavanoli del cacao e l’idrossitirosolo e suoi derivati (oleuropeina e tirosolo), contenuti nell’olio d’oliva, hanno fornito evidenze scientifiche di effetti benefici sui parametri emodinamici e di danno ossidativo riconosciuti con Health Claims dall’EFSA.
Ciò ha portato alla formulazione di integratori alimentari a base di polifenoli e al loro utilizzo sempre più diffuso in forma di supplemento. Tuttavia, gli studi che hanno valutato nell’uomo l’effetto protettivo dei polifenoli nei confronti dello sviluppo del DMT2 e dei fattori di rischio cardiovascolare sono complessivamente di numero limitato, non sempre di buona qualità e spesso contrastanti.
Pertanto valuteremo, attraverso un’analisi sistematica degli studi osservazionali, dei trial clinici e delle metanalisi disponibili, se il consumo di polifenoli è realmente associato alla riduzione del rischio di sviluppo di DMT2 e al miglioramento dei fattori di rischio cardio-metabolico.
Dal punto di vista strutturale si distinguono in flavonoidi, e non flavonoidi. I primi comprendono classi strutturali quali flavonoli, flavoni, flavanoli, flavanoni, antociani e isoflavoni; i secondi comprendono gli acidi fenolici quali stilbeni, lignani, alcoli fenolici e tannini, che rappresentano circa un terzo dei polifenoli ingeriti con la dieta.
I risultati di diversi studi epidemiologici disponibili indicano che una dieta ad alto contenuto in polifenoli, derivante dal consumo di alimenti o bevande naturalmente ricchi in polifenoli, quali cereali integrali, verdura, frutta, olio extravergine di oliva, caffè, tè, cioccolato, è strettamente associata ad una riduzione del rischio di sviluppo di diabete tipo 2, di malattie cardiovascolari e di alcuni tipi di neoplasie . I risultati dei pochi trials clinici di media durata (6-8 settimane) indicano, invece, un miglioramento dei parametri metabolici, quali glicemia, colesterolo, trigliceridi, e della pressione arteriosa in soggetti con e senza diabete.
I polifenoli sono conosciuti per la loro attività antiossidante che non sarà discussa in questo documento. Negli ultimi anni, però, ai polifenoli sono stati attribuiti effetti favorevoli anche sul controllo di altri fattori di rischio cardio-metabolico quali peso corporeo, glicemia, profilo lipidico, pressione arteriosa e infiammazione.
Negli ultimi anni i polifenoli hanno suscitato molto interesse scientifico per il loro possibile ruolo nella modulazione del metabolismo energetico e nella riduzione e controllo del peso corporeo. I risultati di numerosi studi in vitro e in animali hanno, infatti, dimostrato che i polifenoli possono inibire la differenziazione degli adipociti, aumentare l’ossidazione degli acidi grassi e diminuire la loro sintesi, nonchè aumentare la termogenesi e la spesa energetica ed inibire l’attività degli enzimi digestivi.
Conclusioni Generali
Le evidenze epidemiologiche supportano gli effetti benefici della dieta ricca di polifenoli nella prevenzione del rischio di diabete mellito tipo 2.
I risultati degli studi d’intervento finora disponibili non sono, però, riusciti ad individuare uno specifico polifenolo o prodotto alimentare in grado di controllare i fattori di rischio cardio-metabolico, probabilmente, a causa del limitato numero di studi di alta qualità disponibile.
Gli studi, infatti, nella maggior parte dei casi non sono disegnati per valutare outcomes specifici e sono spesso condotti su campioni di popolazione insufficienti per numerosità e disomogenei per caratteristiche metaboliche.
Un ulteriore limite è rappresentato dalla variabilità della dose di polifenoli utilizzata nei diversi studi. I risultati più promettenti, riguardanti i benefici dei polifenoli sul controllo dei fattori di rischio cardiometabolico, derivano dai pochissimi trial clinici che hanno valutato gli effetti di diete a base di alimenti e bevande naturalmente ricchi di polifenoli.
Pertanto, in futuro, gli studi indirizzati a valutare gli effetti dei polifenoli sugli end-point di rischio cardio-metabolico dovranno focalizzarsi sui polifenoli totali della dieta anziché sui singoli composti o componenti alimentari.
E’ possibile, infatti, che gli effetti dei polifenoli diventino clinicamente rilevanti solo quando essi sono consumati in miscela, grazie all’azione sinergica delle diverse molecole.
In conclusione, l’assenza di una solida e definitiva evidenza scientifica dei benefici dei polifenoli sui fattori di rischio cardio-metabolico non permette di raccomandare il loro utilizzo in forma di supplemento; è, invece, auspicabile incrementare il consumo giornaliero di alimenti e bevande naturalmente ricchi di polifenoli che presentano anche altre caratteristiche nutrizionali appropriate.
CALABRESE Michele
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