Gli abiti di un fumatore si impregnano di nicotina a tal punto da risultare potenzialmente pericolosi quasi quanti le sigarette stesse, in particolare modo se ad esservi vicino sono i bambini.
Questo è quanto emerso dalle ricerche effettuate dal team di studiosi capitanato da Manuela Martins-Green della University of California a Riverside.
Ogni fumatore dunque non dovrebbe dimenticare che gli abiti che ha utilizzato per fumare una o più sigarette fuori casa, assorbono come spugne la nicotina e altre tossine pericolose per la salute.
Tra gli indumenti più pericolosi vi sono le camicie di cotone, risultate essere quelle in grado di assorbire il quantitativo maggiore di sostanze tossiche. Il consiglio che viene dato dai ricercatori dunque, è quello di cambiare immediatamente i vestiti indossati durante la giornata una volta arrivati a casa, soprattutto in caso di condivisione dell’abitazione con bambini e anziani.
Secondo gli studi effettuati occorre anche procedere al lavaggio degli stessi rapidamente, poiché la capacità degli indumenti di rilasciare sostanze tossiche perdura nel tempo, anche dopo che il fumo si è completamente disperso nell’ambiente.
La causa di tutto ciò viene comunemente definita fumo di “terza mano”. Attraverso questa denominazione ci si riferisce al fatto che le sigarette rilascino nell’ambiente residui tossici che poi andranno a depositarsi su vestiti, tappezzeria, mobili, oggetti, oltre che sulla pelle e sui capelli.
Le particelle rilasciate dagli abiti dei fumatori si mischiano con altri inquinanti presenti nell’aria, dando origine a sostanze che in alcuni casi sono risultate cancerogene.
Bambini e anziani sono risultati essere maggiormente a rischio in seguito all’esposizione a questo residuo di nicotina: i primi perché sono spesso a contatto con tappeti e altre superfici impregnate e i secondi perché più vulnerabili.
Ma il fumo delle sigarette non è il solo contaminante che circola nelle nostre case.Esistono molti altri oggetti, anche insospettabili – come scarpe, profumi, deodoranti, incensi, e perfino sex toy e dentifrici, in grado di rilasciare sostanze potenzialmente nocive non solo per noi, ma anche per l’ambiente.
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