Sono oltre 2.000 tra medici, infermieri, operatori sociosanitari e altri professionisti della salute a non poter prestare servizio nelle strutture sanitarie in seguito all’emergenza Coronavirus.
Parte di questo esercito di sanitari non disponibili è composto da contagiati, mentre una grossa fetta è invece occupata da coloro che hanno avuto contatti con pazienti positivi e che si trovano ora in quarantena.
Le statistiche divulgate dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche dimostrano come la categoria più colpita sia quella degli infermieri, principalmente in servizio nel nord Italia.
Il 12% dei contagiati in Lombardia è un professionista della salute, il che significa oltre 500 unità in meno nelle corsie. A questo numero occorre aggiungere tra i 200 ed i 250 professionisti che operano sul territorio e circa 70 medici di medicina generale.
Le regioni più colpite sono Lombardia, Emilia Romagna e Veneto; solo in quest’ultima sono oltre 450 i medici, infermieri e operatori sociosanitari a non potete più avere accesso alle corsie nelle quali lavoravano fino a pochi giorni fa.
La grave situazione ha spinto il governatore Zaia a richiedere ed ottenere (nel decreto approvato stanotte) che i dipendenti in quarantena ma che dovessero risultare negativi al tampone potessero fare rientro in servizio immediato.
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