Condividiamo una riflessione di Guido Santevecchi, pubblicata sul Corriere della Sera.
Si discute molto sulla quarantena gigantesca e rigorosa che ha chiuso per 70 giorni Wuhan e lo Hubei. L’Italia ha seguito quel modello, adattandolo alle nostre libertà. I governi e i sistemi politici sono diversi, ma in ospedale i medici e gli infermieri di tutto il mondo sono dotati della stessa carica umana e professionale.
Quello che ci dicono ora i nostri medici e infermieri dalle corsie della Lombardia, diventate trincee, sembra il film terribile che ho già visto da Pechino nei giorni più tragici di Wuhan e dello Hubei, a fine gennaio e per tutto febbraio. Anche a Wuhan, all’inizio, medici e infermieri sono stati contagiati in tanti. Prima perché non sapevano cosa fosse il nuovo virus e si avvicinavano ai malati in pronto soccorso senza proteggersi, venendo colpiti dal virus. Poi si sono sacrificati consapevolmente, perché i malati erano un’onda continua e non si potevano chiudere le porte degli ospedali e della coscienza dei sanitari, che ordina sempre di fare del proprio meglio. Ci sono state crisi psicologiche. Si sono viste infermiere esperte piangere, con il volto scorticato dalle maschere indossate per ore.
Quando le tute si esaurivano, hanno cucito insieme i sacchi dei rifiuti e li hanno indossati. E poi la gente ha cominciato ad affacciarsi dalle finestre per applaudire gli angeli degli ospedali al grido “Wuhan Jiayou!” (Non mollare, Wuhan!). E i medici hanno risposto donando mazzi di fiori ai primi pazienti guariti, all’uscita dagli ospedali. Finiti i turni lunghissimi, hanno dormito in ospedale o in stanze di hotel per non tornare a casa e contagiare i loro cari. Volontari hanno portato i pasti al personale ospedaliero.
Pechino ha mandato rinforzi da tutta la Cina, compresi migliaia di medici e infermieri dell’esercito. Accompagnati dalle lacrime di chi li salutava, mentre andavano al fronte dello Hubei aggredito dal Covid-19. Ora stanno lasciando Wuhan e lo Hubei, che stanno uscendo dal tunnel. E a decine stanno ripartendo anche per l’Italia. Ci sarà anche una strategia di influenza geopolitica, dietro gli aiuti cinesi all’Italia. Ma i medici cinesi che vengono da noi tornano al fronte. In un Paese lontano.
Redazione Nurse Times
Fonte: Corriere della Sera
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