COMUNICATO NURSING UP TRENTO: OGGI AUDIZIONE PRESSO LA 2° COMMISSIONE PROVINCIALE PERMANENTE SUL DDL N.55(FUGATTI-SPINELLI), PER INFERMIERI E PROFESSIONISTI SANITARI ABBIAMO CHIESTO INCENTIVI E FINANZIAMENTI AL POSTO DEI TAGLI STIPENDIALI PREVISTI!
In data odierna abbiamo partecipato all’audizione presso la 2° commissione provinciale permanente, presentando le nostre osservazioni al DDL n.55. Ecco in sintesi il nostro intervento:
Tra i sacrifici che tutta la popolazione sta compiendo in termini di restrizioni della propria vita privata, c’è una categoria di persone, di lavoratori e professionisti che più di altri ha compiuto e tuttora compie grandi sacrifici: quella degli infermieri, dei professionisti sanitari e degli operatori della salute, impegnati ad affrontare in prima linea l’ emergenza sanitaria pandemica.
Questi professionisti oltre a mettere in gioco il loro sapere scientifico, il loro saper agire e il saper essere un professionista sanitario, stanno letteralmente sacrificando loro stessi in nome della salute pubblica, lavorando in una situazione di alto rischio che coinvolge anche le rispettive famiglie, dalle quali spesso sono costretti spesso a distaccarsi per motivi precauzionali. Sono già 40 gli infermieri che a livello nazionale hanno pagato con la vita l’alto senso civico dimostrato, operando spesso senza adeguati dispositivi di sicurezza, oltre 240 sono gli operatori sanitari che in azienda sanitaria hanno contratto il virus (45% infermieri).
Tra le varie strutture provinciali, le Apsp sono state quelle più duramente colpite dalla pandemia, con un alto tasso di contagio tra gli ospiti ed i dipendenti, alcuni dei quali sono stati ricoverati in terapia intensiva ed reparti con terapia ventilatoria assistita.
Premesso questo, il sindacato Nursing up in rappresentanza degli oltre 1700 professionisti sanitari suoi associati in Azienda sanitaria e nelle Apsp, ha chiesto che nel DDL n.55 vengano previste adeguate risorse economiche, prevedendone anche di aggiuntive rispetto a quelle già indicate al comma 4 dell’art.31, per individuare un incentivo economico di tipo risarcitorio, a riconoscimento del grande lavoro sin qui svolto dagli operatori sanitari dall’inizio dell’emergenza Covid-19, e che spesso hanno operato in una grave situazione di rischio acuita anche dall’età media avanzata degli operatori (50 anni e e oltre).
Questo incentivo dovrà essere rivolto in primis e senza distinzione alcuna agli operatori che hanno svolto la propria attività nei reparti Covid ed a tutti i servizi di front-line come i pronti soccorsi, le cure primarie, il servizio di 118, il servizio di igiene e sanità pubblica.
Ma non si dovranno dimenticare i professionisti di quei servizi e reparti che hanno avuto un grande aumento del carico di lavoro, collaborando attivamente a sostegno dei sevizi e reparti impegnati nel covid, e che hanno anche loro pagato un tributo in termini di dipendenti contagiati, visto la presenza in quei settori di pazienti asintomatici infetti. Vogliamo inoltre rammentare che altre regioni come la Toscana e l’Emilia Romagna hanno già provveduto a stipulare accordi incentivanti in tal senso, così come altre regioni stanno provvedendo.
Abbiamo poi espresso il nostro stupore e sconcerto sulla previsione di tagliare i 20 milioni di euro già stanziati per l’indennità di vacanza contrattuale per i rinnovi del CCPL 2018/2021-pubblico impiego (art.48), un vero paradosso dopo il prezzo pagato dagli operatori dell’Azienda sanitaria e delle Apsp nell’emergenza pandemia! Ora gli chiedono di pagarne un altro, tagliando loro l’aumento stipendiale? E’ così’ che intendono premiarli? Cosi’ facendo si metterebbe a rischio la tenuta di un sistema già provato da anni di disinvestimenti, organici ridotti all’osso e con una popolazione lavorativa anziana. Questo provvedimento, se confermato in sede di approvazione, avrà un grave impatto emotivo negativo sulle motivazioni di una categoria già fortemente stressata.
A livello nazionale invece tale indennità è già stata prevista, nella Provincia di Bolzano è addirittura maggiorata (4,8%) rispetto a quelle che erano le previsioni del Trentino (4,1%).
Ricordiamo inoltre che lo stipendio degli infermieri e dei professionisti sanitari italiani è tra i più bassi d’Europa (peggio di noi solo la Grecia), sarebbe ora di colmare il gap contrattuale esistente tra la retribuzione degli infermieri e quella degli altri professionisti sanitari (come ad esempio i medici), aggravata ancor più dal fatto che solo a loro è consentito di integrare i propri stipendi svolgendo attività privata o intramoenia”.
E’ evidente che nell’impegno comune per affrontare questa emergenza, c’è qualcuno che sta dando e ha dato molto di più, e questo deve essere tangibilmente riconosciuto. Per quanto ci riguarda, è assolutamente necessario che la Giunta Provinciale mantenga le risorse economiche previste per l’art.31 del Ddl n.55 distinte da quelle già stanziate per la chiusura del precedente contratto (CCPL 2016/18), per elargire cosi’ un congruo riconoscimento economico dedicato ai professionisti impegnati nell’emergenza coronavirus.
I professionisti sanitari sanitari dell’azienda sanitaria e delle Apsp hanno dimostrato di essere il vero baluardo a difesa della salute pubblica, pertanto ci aspettiamo che la nostra Provincia non ci tagli le risorse economiche già stanziate, ma invece ne investa di nuove per un grande progetto di valorizzazione, per riconoscere le grandi professionalità, competenze e formazione già presenti nei nostri comparti socio-sanitari, potenziando nel contempo i servizi territoriali di prossimità al cittadino, che si sono rivelati fondamentali per arginare efficacemente fenomeni come la pandemia.
Cesare Hoffer- Coordinatore provinciale Nursing up Trento
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