Grande successo per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) targato Nurse Times
Giunge al nostro indirizzo mail re*******@nu********.org il lavoro di tesi del dott. Marino Musci.
Il dott. Musci consegue il master di I Livello in “Management e Coordinamento delle Professioni Sanitarie”, presso l’Università LUM nell’A.A. 2015/2016.
…di Marino Musci
Odiernamente il rischio clinico riveste una tematica di fondamentale importanza poiché interessa molteplici settori della sanità ed ha un forte impatto sociale.
Negli ultimi decenni, in ambito sanitario, si è assistito ad un’ingente quantità di statistiche sull’errore del professionista sanitario e sul danno al paziente, dalle quali è scaturita una serie di casi tragici di errori sanitari e un numero crescente di segnalazioni sia da parte delle autorità sia degli operatori sulla necessità di rendere più sicura la sanità.
L’errore, quale argomentazione chiave all’interno della cornice del rischio clinico, è correlato anche all’imprescindibile importanza della qualità delle prestazioni sanitarie erogate; al contenimento della spesa; alla necessità del buon impiego delle risorse e alla ricerca delle possibili modalità di allocazione, in virtù della crescita continua della spesa sanitaria, dei bisogni e della domanda di salute.
Tutti questi aspetti vanno considerati rispetto alla loro finalità prioritaria di creare valore per il cittadino utente; ove il valore primario è il guadagno di salute e la sicurezza dell’assistito.
A tal proposito ciascuna azienda sanitaria deve investire risorse sia nella formazione di ciascun professionista sanitario sia nella conoscenza ed adozione del “Clinical Risk Management”; ovvero l’insieme di varie azioni complesse messe in atto al fine di migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie e garantire la sicurezza del paziente, apprendendo dall’errore.
Questa revisione della letteratura vuole indagare come l’Incident Reporting, uno strumento che permette ai professionisti sanitari di segnalare volontariamente ed anonimamente eventi avversi, anche descrivendoli, possa contribuire a diffondere una cultura della non colpevolizzazione del singolo operatore che sbaglia o segnale un errore; orientando l’equipe ad imparare dall’esperienza affinché non si ripetano gli eventi segnalati.
Una soddisfacente risposta a tale quesito deriva dal riferimento ad una sperimentazione di un sistema di Incident Reporting eseguita nella Divisione di Endoscopia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, dalla quale si è rilevato come un corretto impiego di tale metodologia ha consentito di segnalare dal 5 al 30% degli eventi che potenzialmente avrebbero potuto far originare incidenti; consentendo all’equipe sanitaria di eseguire un’analisi approfondita degli avvenimenti riconducibili agli stessi al fine di giungere ad azioni di prevenzione del potenziale rischio.
Pertanto, l’Incident Reporting rappresenta un valido strumento da adottare al fine di realizzare un contesto più sicuro e ridurre, tendendo verso l’eliminazione, gli errori nei contesti sanitari e migliorare a ciclo continuo sicurezza e qualità dei percorsi assistenziali.
Allegato
Tesi: “L’incident reporting: un valido strumento nel processo di clinical risk management”
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