L’ospedale del capoluogo toscano è tra i primi al mondo in questa pratica.
L’ospedale Careggi di Firenze è tra i primi in Italia e nel mondo a impiantare neurostimolatori di nuova generazione per la cura del Parkinson resistente ai farmaci. «Sono strumenti simili ai pacemaker cardiaci – spiega Alessandro Della Puppa, direttore della Neurochirurgia –, ma con elettrodi millimetrici posizionati nelle aree profonde del cervello, che emettono impulsi elettrici in grado di contrastare i segnali alterati dal Parkinson, responsabili di tremori, rallentamento e movimenti involontari».
Il neuropacemaker di nuova generazione, spiega sempre Della Puppa, è stato impiantato dal neurochirurgo Guido Pecchioli nel primo paziente in Toscana, tra i primi al mondo, ed è «in grado di leggere le alterazioni elettriche del cervello e di adattare gli impulsi in base ai dati dell’attività neuronale, consentendo una maggiore accuratezza ed efficacia della stimolazione».
In Toscana le persone affette da malattia di Parkinson sono circa 20mila. Nella maggior parte dei casi i farmaci consentono un ottimo controllo dei sintomi, ma circa il 5-10% dei pazienti, in una fase complicata della malattia, non risponde alle terapie. «La nuova tecnologia potrà aumentare le conoscenze sulla malattia di Parkinson», spiega Silvia Ramat, responsabile della Parkinson Unit di Careggi, afferente alla Neurologia 1 diretta da Sandro Sorbi.
«Siamo in grado – prosegue Ramat – di registrare in continuo, anche nella vita quotidiana dei pazienti, segnali provenienti direttamente dalle aree profonde del cervello, acquisendo dati preziosi per la modulazione della neurostimolazione, in modo da fornire una terapia personalizzata per ogni singolo paziente».
Redazione Nurse Times
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