Il vaccino di Oxford contro il Covid-19 sviluppato in collaborazione con l’azienda farmaceutica AstraZeneca, genera una forte risposta immunitaria tra gli anziani, il gruppo più vulnerabile.
Il vaccino in questione genererebbe gli anticorpi e i cosiddetti linfociti T tra gli anziani (le cellule il cui compito principale è identificare e uccidere gli agenti patogeni invasori o le cellule contagiate).
A risportarlo è il Financial Times (ripreso anche da la Repubblica). Le sperimentazioni cliniche di questo vaccino sono nella fase 3, l’ultima prima di sapere esattamente se è sicuro e se permette di proteggere la popolazione dalla malattia (dopodiché ovviamente bisognerà attendere l’approvazione degli enti regolatori prima che il vaccino possa essere immesso sul mercato).
Intanto, sono più di 90 i vaccini anti-Covid candidati che si stanno testando attorno al mondo. Di questi, solo 9 hanno già raggiunto la fase 3, quella che prevede l’inoculazione a migliaia di volontari. L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che un vaccino efficace contro il Coronavirus possa essere trovato entro la fine del 2020.
“Grazie alla forza economica e organizzativa della leader del progetto, la multinazionale AstraZeneca, abbiamo cominciato a produrre il vaccino contro Covid-19 già da mesi – ha detto Piero Di Lorenzo, presidente dell’Irbm di Pomezia, il centro che ha sviluppato insieme all’università di Oxford il candidato vaccino prodotto da AstraZeneca.
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