”Fa discutere la bozza del governo del piano di ripresa e resilienza per investire i soldi del next generation UE alias recovery fund. Proprio il giorno in cui scendono in piazza i dipendenti pubblici, si scopre che la distribuzione delle risorse non va propriamente assecondando le richieste dei manifestanti per ottenere più diritti, più lavoro e più stato sociale.
È curioso, a questo proposito, che il rafforzamento del SSN non rientri tra le priorità assolute del governo dopo che l’emergenza ha messo a nudo tutte le sue debolezze dovute ai tagli degli ultimi 30 anni. Più della metà del fondo di 200 mld € promesso all’Italia, andrà sulla conversione digitale e la rivoluzione green delle imprese, mentre solo 9mld € per la sanità.
Francamente incomprensibile come la parità di genere (problema sicuramente importante) possa assorbire il doppio delle risorse della sanità. Sarebbe auspicabile che il governo dicesse anche come intende spendere i 17,1 mld € per la parità di genere perché se in sanità le risorse servono per assumere personale sanitario, per valorizzarne i profili e per riformulare i loro contratti, per la parità di genere, esattamente, cosa si farà?
A parere di chi scrive, i nostri politici hanno responsabilità limitata nel decidere dove investire quelle risorse. I nostri politici hanno ratificato il volere dell’Europa, il cui meccanismo è quello di sostenere economicamente gli Stati in difficoltà vincolandoli a rigidissime condizionalità; nel caso in questione, si tratta di spendere quelle risorse laddove prescritto dalla commissione europea.
Purtroppo 9mld sono insufficienti per attuare politiche di piena valorizzazione professionale, poichè non possediamo le leve economiche e politiche per farlo.
Ricorro spesso a questa metafora: 9mld di € in questa emergenza sono come somministrare 250mg di paracetamolo a un paziente adulto normopeso iperpiretico. Cosa farebbe un infermiere davanti ad una prescrizione del genere?
Attiverebbe il medico per garantire la corretta somministrazione della giusta posologia dell’antipiretico al paziente. I nostri politici invece, davanti ad una prescrizione sbagliata, la eseguono senza battere ciglio. Tutte le istanze che abbiamo portato e porteremo ancora in piazza, sono impossibili da soddisfare per uno Stato che ha ceduto la sovranità politica, economica e monetaria a una commissione tecnocratica al riparo dai processi democratici.
Cari colleghi, per sostenere la spesa sanitaria abbiamo due strade: ricorrere all’altro, già discusso e approvato strumento di soccorso finanziario che è il MES oppure lavorare per una via d’uscita.
Gli anticorpi contro questo “virus neoliberista” sono le alternative di stampo neosocialista che si apprestano a presentare al Paese soluzioni radicali contro questa deriva. ”
Dott. Raffaele Varvara, Infermiere
Dottorando presso IASSP – Istituto Alti Studi Strategici e Politici
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