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La violenza ostetrica: la forma più invisibile e naturalizzata della violenza contro le donne all’interno dei sistemi sanitari

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Trento, scelsero il parto in casa e la bimba subì gravi danni: nei guai genitori e ostetriche
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Sono tantissime le tesi di laurea che arricchiscono il nostro progetto editoriale denominato NeXT che permette ai neolaureati in medicina e infermieristica di poter pubblicare la loro tesi di laurea sul nostro portale ([email protected]).

La dott.ssa Anna Fiorella, laureatasi presso l’Università degli Studi di Foggia nella sua tesi si pone come obiettivo quello di sensibilizzare le persone sulla violenza ostetrica, sia per chi la subisce che per chi la infligge.

La dott.ssa Fiorella presenta una tesi sperimentale in Infermieristica in area materno – infantile dal titolo “La violenza ostetrica: la forma più invisibile e naturalizzata della violenza contro le donne all’interno dei sistemi sanitari”.

Il termine “Violenza ostetrica” non è molto conosciuto e non ha ancora una definizione precisa ma può essere definita in modo generico come un insieme di comportamenti (in cui rientrano ad esempio l’eccesso di interventi medici, le cure senza consenso o anche la mancanza di rispetto) che hanno a che fare con la salute riproduttiva e sessuale delle donne, declinata sia nella scelta della maternità che, all’opposto, nel suo rifiuto.

Si tratta di atteggiamenti profondamente rappresentativi delle disuguaglianze di genere, come sostengono diversi studi scientifici in materia: si possono infatti descrivere come la forma più invisibile e naturalizzata della violenza contro le donne che, in questo caso, si verifica all’interno dei sistemi sanitari.

Quando si parla di violenza ostetrica ci si riferisce a una forma di violenza verbale e fisica di cui durante il parto le donne sono vittime, sebbene si possa parlare di violenza ostetrica anche durante la gravidanza e il post parto.

È bene precisare che la violenza ostetrica non viene praticata solo dalle ostetriche: il termine si riferisce all’abuso che avviene nell’ambito generale delle cure ostetrico- ginecologiche e che può essere realizzato da tutti gli operatori sanitari che prestano assistenza alla donna e al neonato (ginecologo, ostetrica, infermiera o altre figure professionali di supporto).

La violenza ostetrica, poi, non fa riferimento a situazioni in cui gli operatori sanitari agiscono deliberatamente per ferire o abusare, ma a situazioni di normalità e non emergenziali: ha dunque a che fare con l’imposizione spesso standardizzata di cure o pratiche alle donne senza il loro consenso, senza fornire le adeguate informazioni e talvolta contro la volontà delle stesse.

Tuttavia è difficile riconosce un caso di violenza ostetrica poiché molte donne durante il parto sono emotivamente fragili e non riescono a scindere una “imposizione” del medico da una scelta di quest’ultimo per salvaguardare la vita del bambino e quella della madre stessa.

A causa di una credenza collettiva, le donne hanno una concezione idilliaca del parto, lo immaginano come un atto naturale e fisiologico e nel momento in cui vi è una complicazione di quest’ultimo non sono al corrente di quelle che sono le procedure atte a salvaguardare la salute degli interessati, rendendo il più delle volte il parto un vero e proprio intervento chirurgico e meccanico, che di naturale non ha nulla.

L’incomprensione di fondo sta nel non considerare che i professionisti che si limitano a seguire a la volontà della donna, anche in contrasto con i dettami della scienza, finirebbe per mettere in pericolo la salute delle persone.

Le stesse dichiarazioni di Violenza Ostetrica presentate, del tipo “costringono una donna a sottoporsi a un parto cesareo non necessario “o” praticare un’episiotomia senza preavviso “, non tengono conto del potere-dovere dei professionisti di co-decidere, guidare le scelte delle donne, agire con urgenza, anche senza consenso, per evitare gravi pericoli per la vita o l’integrità della persona.

Spesso, inoltre, il personale sanitario è vittima di cause legali mosse dai pazienti e si tende sempre più a ricorrere alla medicina difensiva che va a ledere i pazienti stessi. Andremo perciò ad analizzare quelle che sono tutte le sfaccettature di questo vasto argomento, analizzando in particolar modo quelli che sono le classificazioni di violenza ostetrica, le leggi varate su di essa e le contestazioni che le si sono mosse.

Lo scopo di questa ricerca è quindi quella di sensibilizzare il personale sanitario affinché vi sia una netta riduzione di questo fenomeno partendo semplicemente da corsi di aggiornamento, articoli formativi, un aumento del personale o anche solo l’incremento della partecipazione da parte delle pazienti a corsi preparto che forniscano anche informazione su quella che è la realtà del parto.

Anna Fiorella

Allegato

Tesi “La violenza ostetrica: la forma più invisibile e naturalizzata della violenza contro le donne all’interno dei sistemi sanitari”

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