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Anticorpi monoclonali contro il covid: il farmaco prodotto in Italia che non usiamo

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Rapporto Nazionale OsMed 2019 sull'uso dei farmaci in Italia
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Le tarapie a base di anticorpi monoclonali, quelli che in tre giorni neutralizzerebbero il coronavirus evitando il ricovero, sono state sviluppate in Italia ma vendute all’estero. A denunciarlo era sto il Fatto Quotidiano

Il “trial mancato” finisce questa mattina sul tavolo di una riunione urgente dell’Aifa, l’agenzia del farmaco. L’agenzia a ottobre aveva respinto la proposta di sperimentazione gratuita del Bamlanivimab (LY-CoV-555), sviluppato dalla multinazionale Eli Lilly e prodotto proprio in Italia.

Ora si vuole capire sulla base di quali valutazioni scientifiche e regolatorie è stato deciso di accantonarlo.

Il Bamlanivimab viene somministrato da un mese e mezzo negli Stati Uniti con risultati incoraggianti. La sperimentazione in Italia avrebbe potuto confermare i dubbi degli esperti italiani, oppure dimostrare che il farmaco è più efficace della Tachipirina che l’Aifa consiglia ai non ospedalizzati.

A quanto risulta al Fatto, nella riunione chiave del 29 ottobre tra la multinazionale, Aifa, ISS e Cts, era stato proposto di non fermarsi agli ai risultati delle ricerche condotte su campioni limitati ma di usare i dati clinici degli ospedali americani che lo stavano già somministrando. Sul fronte regolatorio appare ormai certo non fosse necessario aspettare l’autorizzazione dell’Ema.

II monoclonali “sono farmaci molti importanti” spiega il presidente della Società Italiana di Farmacologia, Giorgio Raccagni. “Si dimostrano efficaci se somministrati precocemente a pazienti ad alto rischio perché riducono considerevolmente la carica virale e di conseguenza i ricoveri che saturano gli ospedali. Confido che l’Aifa prenda una decisione nella direzione di altri paesi europei”. Questo sarebbe anche l’indirizzo del ministro Speranza che non ha mai avuto preclusioni alla via dei monoclonali, non solo patrocinando quello italiano in fase di studio ma anche verso quelli sviluppati all’estero.

Fonte: ilfattoquotidiano.it (T. Mackinson)

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