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La dott.ssa Lazzarini Ilaria, laureatasi presso l’Università “Alma Mater Studiorum” di Bologna, presenta ai nostri lettori la tesi dal titolo “Impiego pediatrico del protossido d’azoto (N2O) nell’analgesia e nella prevenzione del dolore da procedura”.
Il dolore procedurale per i bambini può risultare un’esperienza traumatica che può portare il bambino a sviluppare in futuro ansia e disagio durante procedure analoghe, fino a spingerlo a adottare comportamenti evitanti le cure mediche anche in età adulta.
Per alleviare il dolore e l’ansia da procedura si possono mettere in atto metodi cognitivi e comportamentali che hanno lo scopo di distogliere l’attenzione dal dolore e di modificare alcuni fattori emozionali, comportamentali, familiari e situazionali che interferiscono con la risposta del bambino alla sintomatologia dolorosa.
Esistono però anche tecniche farmacologiche più o meno impiegate ed alcune persino di antica data come l’utilizzo del protossido d’azoto. Questo è noto come gas esilarante o nitroso, viene utilizzato in genere in miscela con ossigeno al 50% e grazie alla bassa solubilità nel sangue agisce molto rapidamente e, sembra, in maniera efficace.
Questa revisione di letteratura è incentrata proprio sui benefici dell’analgesia conscia del bambino con protossido d’azoto nel dolore da procedura.
Background
Il protossido d’azoto è un farmaco impiegato nell’analgesia in corso di procedure mediche invasive da molto tempo. L’impiego in ambito pediatrico potrebbe risultare particolarmente utile per le caratteristiche di rapidità e innocuità che solitamente vengono attribuite a questo gas. Tuttavia, l’efficacia nelle cure dei bambini e la sua sicurezza in termini di dosaggio e di interazione con altri farmaci analgesici richiedono più approfondite considerazioni.
Metodi e strumenti
È stata effettuata una revisione di letteratura nelle banche dati Cinahl, ProQuest, PubMed. Da un numero iniziale di 716 articoli, sono identificati 7 articoli che soddisfano i criteri di inclusione di cui un case report; uno studio randomizzato controllato; una comparazione di linee guida; uno studio qualitativo; tre studi osservazionali di cui due prospettici e uno retrospettivo.
Risultati
Dalla comparazione degli studi emerge che l’uso del protossido d’azoto per la analgesia nei bambini è efficace; utile anche in termini di riduzione dell’ansia, in quanto rende i pazienti meno agitati e più collaborativi durante una procedura. L’efficienza del farmaco è data, anche, dalla sua rapidità di azione e smaltimento, che porta a una riduzione del tempo di attesa e permanenza in ospedale.
L’effetto analgesico risulta potenziato se affiancato ad altri farmaci analgesici; è stato principalmente utilizzato per inserimento di accessi venosi, venipunture, punture lombari e medicazione o riparazione di ferite. Risulta un farmaco sicuro sia per i pazienti, per gli scarsi e lievi eventi avversi, principalmente nausea e vomito, sia per gli operatori in quanto viene somministrato attraverso una maschera dotata di una valvola di sicurezza che non disperde il gas durante l’espirazione.
Discussione e conclusioni
Dalle evidenze reperite si può concludere che il protossido d’azoto sia efficace per la riduzione dell’ansia; con scarsi e lievi eventi avversi, sicuro per pazienti e operatori; di facile e indolore somministrazione; ad azione e smaltimento rapido, con limitato effetto analgesico se somministrato da solo; per procedure di breve durata d’azione (circa 15 minuti).
Di maggiore efficacia risulta l’associazione con fentanyl o ketamina: quest’ultima in particolare richiede maggior prudenza ed attenzione da parte degli operatori per la diversità e lievemente maggior gravità degli eventi avversi.
Lazzarini Ilaria
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