In occasione della seconda Conferenza nazionale il ministro ha anche annunciato lo stop alla contenzione meccanica.
“In questi anni coloro che hanno sperimentato periodi di sofferenza mentale non sempre hanno trovato servizi adeguati ai loro bisogni, sono stati accolti in strutture a volte poco accessibili e non sempre hanno potuto contare su un vero e proprio progetto terapeutico riabilitativo. Situazioni che non valorizzano sia le capacità delle persone sia le competenze degli operatori. Questa Conferenza vuole proprio contribuire ad avviare un percorso di lavoro per i pazienti, le loro famiglie, le comunità di appartenenza e per tutti gli operatori. So che non sarà facile, ma dobbiamo tutti, a partire da me, impegnarci a lavorare superando divergenze e frammentazioni, per iniziare a programmare un futuro migliore del presente”. Così il ministro Roberto Speranza, in occasione della seconda Conferenza nazionale promossa dal ministero della Salute “Per una salute mentale di Comunità”.
“Questo evento – ha proseguito – vuole essere l’occasione per ribadire l’impegno mio personale e del ministero per promuovere e rilanciare l’assistenza territoriale per la salute mentale, e in particolare domiciliare, assumere la comunità come cornice di riferimento, proteggere i diritti umani e la dignità delle persone con sofferenza mentale, favorire ovunque possibile una presa in carico inclusiva e partecipata, migliorare la qualità e la sicurezza dei servizi a beneficio di pazienti e operatori. A tal fine voglio condividere con voi l’intento di promuovere un importante cambiamento culturale e organizzativo, a partire dal rinvigorimento della struttura ministeriale che si occupa di salute mentale, procedendo con azioni sia legate alla situazione emergenziale sia di carattere strutturale”.
Il ministro ha rilevato anche le criticità del comparto: “Nonostante le scelte coraggiose e di grande valenza etica effettuate dal nostro Paese, la realtà continua tuttavia a presentare criticità e le persone con disturbi mentali continuano a ricevere risposte non sempre pienamente adeguate. Criticità sono state evidenziate anche dal Tavolo tecnico sulla salute mentale istituito nel 2019”.
E per invertire il trend ha lanciato le sue proposte: “Sul piano concreto si tratta di: rilanciare il lavoro sul territorio prendendo come riferimento le comunità, la prossimità e la domiciliarità; qualificare i servizi dal punto di vista delle risorse e degli habitat (i centri di salute mentale sono fra le strutture da attenzionare di più del Ssn); promuovere una robusta integrazione con gli enti locali; stabilire collaborazioni interistituzionali (in primo luogo con le Politiche sociali, la Giustizia, la Pubblica Istruzione); innovare i percorsi formativi (curriculari e di aggiornamento continuo); favorire la ricerca sui servizi; privilegiare la metodologia di “partire dal basso” e la partecipazione dei fruitori dei servizi alle decisioni che li riguardano”.
E ancora: “Specifica attenzione merita il tema dell’assistenza sanitaria garantita alle persone private delle libertà personali (detenute negli istituti penitenziari), dei percorsi di cura e riabilitazione (Ptri) necessari alla tutela della salute delle persone affette da patologia psichiatrica al momento in cui hanno commesso un reato, nonché dell’esecuzione delle misure di sicurezza, in particolare presso le Rems rispetto alle quali stiamo lavorando con il ministro Cartabia, le Regioni e Province autonome, e sulla quale è intervenuta proprio ieri la Corte Costituzionale con l’ordinanza n. 131, finalizzata ad acquisire specifiche informazioni indispensabili ai fini della decisione, alla quale daremo seguito con sollecitudine a partire dalla istituzione dell’osservatorio di monitoraggio su cui siamo in attesa della nomina dei rappresentanti delle regioni”.
Speranza ha parlato anche della necessità di nuove risorse: “Non mi sottraggo al compito di affrontare il tema delle risorse culturali, economiche e strutturali necessarie per rafforzare i servizi per la salute mentale. Dopo anni di non adeguato investimento nella sanità pubblica non è infatti più possibile avviare azioni, ambiziose come quelle sulle quali stiamo lavorando, facendo ricorso alla usuale formula ‘a parità di risorse’. A questo proposito voglio assicurarvi il mio impegno personale e l’impegno del ministero per individuare e proporre ipotesi volte a sostenere concretamente i servizi per la salute mentale, evitando che alle affermazioni di principio non facciano seguito atti concreti capaci di cambiare le esperienze di vita delle persone con sofferenza mentale, cui dobbiamo garantire i percorsi di presa in carico previsti dai livelli essenziali di assistenza”.
Sempre su questo tema: “Dobbiamo assicurare risorse aggiuntive dentro questa nuova fase espansiva della spesa pubblica in sanità, risorse che dovranno essere destinate a qualificare le risposte che dobbiamo dare alle persone, diffondendo le buone pratiche, innovando nella integrazione interprofessionale e intersettoriale. Un primissimo segnale abbiamo provato a darlo nel decreto 34 del 2020 e nel ‘ristori bis’, ma serve molto di più. Possiamo lavorare con le Regioni e le Province autonome su almeno due possibili fonti di finanziamento – quota parte dei fondi 2021 vincolati al perseguimento degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale – i fondi ex articolo 20 (edilizia sanitaria) per la riqualificazione di quelle strutture territoriali dedicate alla salute mentale. Stiamo inoltre negoziando l’utilizzo dei fondi strutturali che potrebbero essere destinati alla salute mentale delle sette Regioni del Sud con specifici progetti di intervento e con un forte impegno del livello nazionale a sostegno delle realtà meno attrezzate”.
Infine il ministro ha annunciato: “Nei giorni scorsi il Gabinetto del ministero ha inoltrato alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome, la bozza di documento e lo schema di Accordo per il superamento della contenzione meccanica nei luoghi di cura della salute mentale. Il documento è stato discusso e approvato dal Tavolo tecnico sulla salute mentale ed è stato predisposto a partire da contributi di istituzioni ed esperti, con il coordinamento dalla dottoressa Giovanna Del Giudice, presidente della Campagna Nazionale ‘… e tu slegalo subito’, che ringrazio per l’impegno profuso. Si tratta di un provvedimento che considero di grande valenza etica, oltre che di indirizzo, e che risponde alle numerose sollecitazioni e raccomandazioni di vari enti e istituzioni”.
Redazione Nurse Times
Lascia un commento