Era piuttosto evidente a molti che qualcosa fosse cambiato nella mission che, nel lontano 1891, spinse un gruppo di lavoratori a fondare ciò che avrebbe portato alla nascita dei sindacati italiani.
Quello che forse gli infermieri italiani non avrebbero potuto immaginare è di essere addirittura presi per i fondelli pubblicamente dalla pagina ufficiale dal Coordinamento Nazionale Professioni Sanitarie CISL Fp in una discussione sui social network.
Ad un post realizzato da un utente del gruppo Facebook “Infermiere Professionista della Salute”, nel quale quest’ultima chiedeva quale fosse uno stipendio congruo a rendere felice un infermiere, il sindacato di categoria avrebbe risposto con un grottesco messaggio che ci saremo potuti aspettare da un non addetto ai lavori, ma mai da un sindacato che dovrebbe avere come obiettivo proprio la tutela delle condizioni contrattuali, salariali e lavorative degli infermieri.
“Se il grado di soddisfazione della tua vita dipende da quanti soldi guadagni, credimi hai sbagliato mestiere.”
Non occorre dilungarsi sugli errori formali di questo presunto sindacalista, che a distanza di circa 30 anni dalla riforma universitaria e normativa che ha reso gli infermieri professionisti intellettuali, li definisce ancora mestieranti.
La cosa che ha fatto maggiormente inorridire molti è stato il successivo invito a cambiare lavoro. Proprio ora che i tempi dovrebbero essere maturi per il tanto atteso rinnovo contrattuale, possiamo pensare che un commento simile non faccia trapelare ottimismo.
Il mio personalissimo parere è che questo messaggio debba servire come monito per gli infermieri che si affacciano per la prima volta alla professione, e che si domandano se sia il caso di iscriversi ad un sindacato per un motivo o per un altro.
Simone Gussoni
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