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Infermieri discriminati in Emilia Romagna. Ci risiamo: nessun professionista nella commissione dell’avviso per dirigenti. La replica della AUSL di Ferrara

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Lagosanto (Ferrara), picchiò due infermiere: per il consulente psichiatrico era incapace
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Riportiamo integralmente la replica della AUSL di Ferrara al nostro articolo

Gentile direttore di NurseTimes,

in merito al lancio sul Vostro sito dal titolo “Infermieri discriminati in Emilia Romagna. Ci risiamo: nessun professionista nella commissione dell’avviso per dirigenti”, la Direzione Aziendale non può esimersi da alcune considerazioni che vi chiediamo cortesemente di riportare.

Accusare la Regione Emilia Romagna e la Direzione dell’Ausl di Ferrara di non valorizzare gli infermieri, sulla scorta di un singolo episodio risulta profondamente ingiusto.

Da tempo, infatti, la Regione intraprende politiche di promozione delle professioni sanitarie, anche andando incontro ad attacchi da parte delle rappresentanze della Dirigenza Medica.

Basti pensare, solo ultimo esempio, alla delibera di giunta per la creazione del Direttore Assistenziale e alle conseguenti polemiche.

Nell’alveo delle politiche regionali, questa Direzione, dal momento del suo insediamento, si è immediatamente attivata per la valorizzazione, a tutto tondo, della figura dell’infermiere. A partire dall’assunzione della delibera di Riordino della Direzione Infermieristica e Tecnica (con conseguente modifica dell’Atto Aziendale), che la pone in line alla Direzione Generale, innovando un assetto ormai datato; provvedimento a sua volta osteggiato da alcune organizzazioni sindacali afferenti alla Dirigenza Medica.

Altro esempio in questo senso è la recente delibera per l’indizione di pubblici concorsi per la copertura di posti di dirigente delle professioni sanitarie, rivolti a tutte le classi di laurea e ai rispettivi profili professionali: infermieristico, ostetrico, tecnico, riabilitativo e della prevenzione.

E ancora, l’istituzione, e relativa formazione, dell’”Infermiere di Famiglia e di Comunità”, che contempla un importante ruolo di risposta di prossimità sul territorio, in capo a questo profilo professionale, proiettato in chiave futura.

Anche lo stesso bando oggetto del Vostro articolo rappresenta un’ulteriore, lampante dimostrazione dell’intenzione di valorizzare l’ambito professionale infermieristico. Nel merito di questo caso, comunque, va rimarcato che l’utilizzo di una commissione per una selezione ex articolo 15 septies non è obbligatoria per normativa, e la scelta di utilizzarla è di per sé garanzia di trasparenza.

Il ruolo di “Dirigente delle professioni infermieristiche, ostetriche, tecnico sanitarie, della riabilitazione e della prevenzione” messo a bando, è finalizzato all’integrazione territoriale, interdipartimentale e interaziendale per il progetto di unificazione e di digitalizzazione delle due aziende sanitarie ferraresi: si tratta dunque di un ruolo strettamente legato ad una progettazione strategica in capo alla Direzione Generale, per la quale i tre membri individuati nella commissione sono le tre figure professionali attualmente più coinvolte ed impegnate in Azienda, e quindi più titolate alla valutazione delle competenze richieste.

Una scelta che comunque non va certo ad inficiare l’efficacia della valutazione e la valorizzazione che ne deriva per le professioni sanitarie.Per tutto quanto sopra detto, le accuse mosse all’Ausl di Ferrara paiono davvero anacronistiche e fuorvianti.


Prendiamo atto della replica della AUSL di Ferrara. Restiamo sempre della stessa opinione. Per cui ribadiamo che non è il medico che può valutare le competenze degli infermieri nel proprio ambito disciplinare ancorché applicando il contesto normativo di reclutamento.

Redazione Nurse Times

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