Uno studio nordeuropeo ha prodotto risultati incoraggianti per la combinazione a basso dosaggio dei due farmaci.
Secondo alcuni ricercatori del Nord Europa, l’uso di nafamostat combinato con interferone alfa (IFNα) soddisfa tutti i requisiti di disponibilità ed efficacia contro il coronavirus. “Questa combinazione sopprime efficacemente l’infezione – afferma il professor Denis Kainov, del Dipartimento di Medicina clinica e molecolare (IKOM) dell’Università Norvegese di Scienza e tecnologia (NTNU) –. Gli esperimenti sono stati condotti in colture cellulari e criceti. Questo non significa necessariamente che la combinazione funzioni negli esseri umani, ma è un buon segno”.
Nafamostat è già in uso come monoterapia contro Covid-19 ed è al centro di test approfonditi, mentre Pegasys (IFNα) è utilizzato principalmente per il trattamento dell’epatite C. “Entrambi i farmaci attaccano un fattore presente nelle nostre cellule e chiamato TMPRSS2, che svolge un ruolo fondamentale nella replicazione virale – prosegue Magnar Bjørås, professore presso il Dipartimento di Medicina clinica e molecolare –. Questo potrebbe essere un suggerimento per i ricercatori che stanno già testando il nafamostat nella lotta contro il Covid-19″.
Aggiunge Aleksandr Ianevski, ricercatore di dottorato affiliato al Dipartimento di Medicina clinica e molecolare: “Le basse dosi dei farmaci in combinazione possono avere diversi vantaggi clinici, inclusi un minor numero di eventi avversi, e risultati migliori per i pazienti. In altre parole, la medicina combinata può salvare vite e rendere la vita più facile ai pazienti. Nafamostat è relativamente poco costoso. Lo svantaggio di IFNα è il suo costo più elevato”.
Redazione Nurse Times
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