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Bergamo, ferie vietate fino al 31 dicembre: che beffa per il personale sanitario in prima linea contro il Covid

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Bergamo, ferie vietate fino al 31 dicembre: che beffa per il personale sanitario in prima linea contro il Covid
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La direzione dell’Asst ha chiesto anche una sospensione per l’attività libero-professionale svolta dai medici.

Nessun giorno di ferie concesso dal 15 ottobre al 31 dicembre 2021 per tutti i medici, infermieri, operatori sociosanitari e anche tutti gli amministrativi che lavorano nelle strutture che afferiscono all’Asst Bergamo Ovest, compresi l’ospedale di Treviglio e quello di Romano di Lombardia. La ragione? Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che imporrebbe obiettivi molto stringenti sulle liste di attesa.

La comunicazione è arrivata lo scorso 12 ottobre con una circolare via Pec dalla direzione generale dell’Asst Bergamo Ovest, che fa capo al direttore Peter Assembergs: “L’attuazione del Pnrr – si legge nel documento – rappresenta una opportunità imperdibile anche per la nostra Asst. In considerazione degli obiettivi e degli sforzi richiesti per implementare le attività sanitarie si rende necessario un differimento delle ferie compatibile con le esigenze di servizio”. Pertanto “le ferie del personale afferente alle unità operative a decorrere dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre 2021 saranno differite a periodi successivi”.

Una richiesta che arriva dopo che già nel 2020 gli operatori sanitari lombardi – sotto pressione per tutto l’anno a causa della pandemia – hanno dovuto rinunciare alle proprie ferie sottoponendosi a turni massacranti in ospedale. Dalla direzione dell’Asst, interpellata da La Stampa, spiegano: “Si tratta di provvedimenti organizzativi finalizzati al raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale Governo liste di attesa e, quindi, al recupero delle prestazioni sanitarie differite a causa della pandemia. Interesse prevalente è garantire il diritto alla salute previsto dalla Costituzione, riducendo drasticamente il numero di cittadini che attendono ormai da troppo tempo di essere visitati e curati”.

Ma alla richiesta dell’Asst hanno replicato i sindacati, con una diffida inviata il 15 ottobre proprio alla direzione dell’Asst in cui hanno considerato “irricevibile l’accostamento tra Pnrr e interruzione di un diritto contrattuale quali sono le ferie”. E le organizzazioni sindacali hanno ricordato che “rimodulazione è un termine manierista per eludere quello più onesto di ‘interruzione’, che è già stato usato nel recente passato, per il periodo dal 15 marzo al 31 maggio”. Quindi invitano i lavoratori a “continuare legittimamente a richiedere ad i propri direttori le ferie maturate senza sottostare alle limitazioni evocate”. In caso “intervenga ordine di servizio della direzione sanitaria, valuteremo le azioni da intraprendere, anche tramite i legali di riferimento”.

Oltre alla questione delle ferie, c’è anche il tema dell’attività libero-professionale che svolgono i medici. Anche per questo ambito la direzione dell’Asst ha chiesto una sospensione. In un’altra circolare, sempre del 15 ottobre, si legge infatti che “in ottemperanza alle normative vigenti, considerato l’andamento dell’attività ambulatoriale che risulta molto distante dagli obiettivi aziendali, viene sospesa l’attività in libera professione svolta all’interno delle strutture aziendali con decorrenza da lunedì 18 ottobre”. Sospese, quindi, le prenotazioni: alle persone prenotate “verrà proposta una visita alternativa in regime istituzionale o a carico del sistema sanitario nazionale”. La sospensione potrà essere interrotta solo se si “raggiungeranno gli obiettivi fissati”, monitorando l’andamento di settimana in settimana.

Per Stefano Magnone, segretario regionale di Anaoo Assomed Lombardia, che rappresenta i dirigenti medici, «il problema delle liste di attesa lunghe non si risolve con il blocco delle ferie o con la sospensione delle visite intramoenia ma con investimenti e soprattutto assunzione di personale». Intanto è fissato per oggi un incontro tra sindacati e Asst per discutere la questione.

Duro anche Michele Usuelli, consigliere regionale di +Europa, che tira in causa Regione Lombardia: «Continua a maltrattare chi da mesi lavora in prima linea per arginare il virus. Sono molti i sanitari che hanno subito sanzioni per aver detto come meglio si poteva gestire il Covid, mentre ogni giorno andavano al lavoro. Ora l’ultima beffa arriva via Pec: Regione pretende che i “nostri eroi” rimandino a data da destinarsi tutte le ferie prese fino al 31 dicembre. La “scusa” addotta è quella dell’attuazione del Pnrr». Per il consigliere è da una parte «un’ammissione tacita di inadeguatezza nel saper sfruttare i fondi in arrivo dall’Ue», e dall’altra «una richiesta inaccettabile: gli operatori sanitari hanno diritto alle ferie come chiunque altro, con una programmazione adeguata per tutelare il diritto alla salute dei cittadini lombardi». Anche perché «in questi anni di Covid ne hanno già accumulate parecchie».

Redazione Nurse Times

Fonte: La Stampa

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