La sentenza del Tribunale di Vercelli potrebbe rappresentare un importantissimo precedente legale.
Il Tribunale di Vercelli ha stabilito un risarcimento di 130mila euro per la famiglia di un medico di famiglia morto nel 2020, dopo aver contratto il Covid-19 mentre visitava pazienti positivi in una Rsa piemontese. Sconfessate così le motivazioni della compagnia assicuratrice, che all’epoca aveva respinto la richiesta di indennizzo avanzata dalla figlia, sostenendo che “il Covid non è un infortunio, ma è una malattia”, e arrivando anche a contestare il fatto che il professionista avesse contratto l’infezione sul luogo di lavoro.
Per il giudice è invece certo che il medico “stava svolgendo effettivamente e in concreto la propria attività professionale in un contesto di rischio elevato fino al momento del contagio, assistendo privati e soggetti ricoverati nelle Rsa”. In virtù del Dl 17 del marzo 2020 sulle norme di potenziamento del Ssn, stabilite nel contesto dell’emergenza epidemiologica, il decesso è pertanto, a tutti gli effetti, un “infortunio sul lavoro”.
Questa sentenza potrebbe rappresentare un precedente legale importantissimo, consentendo a molte famiglie nelle stesse condizioni di far valere il diritto al risarcimento.
Redazione Nurse Times
- Asst Ovest Milanese: poche candidature al concorso infermieri. Nursind: “Servirebbero almeno 200 unità”
- Nursing Up: “Offerte al ribasso anche per infermieri stranieri. Italia rischia di diventare retroguardia d’Europa”
- Palinuro (Salerno), fa esplodere petardo per svegliare soccorritore che dorme: sospeso medico “burlone” del 118
- Verona, arriva il nuovo dispositivo wireless anti-aggressione: più sicurezza in pronto soccorso
- Lombardia, Tar boccia “scorciatoia” regionale su titoli esteri per medici: accolti i ricorsi di Fnomceo e Omceo Milano
Lascia un commento