Per i tre l’ipotesi di reato formulata dalla Procura è quella di truffa ai danni dello Stato.
Con attestazioni di false diagnosi di malattia due medici curanti avrebbero permesso a una professoressa di giustificare l’assenza dal lavoro per lunghi periodi, continuando a percepire lo stipendio. Per questo la Procura di Rimini ha chiesto il rinvio a giudizio dei tre, tutti residenti in provincia di Reggio Calabria, ipotizzando per loro il reato in concorso di truffa ai danni dello Stato, che la Guardia di Finanza ha quantificato in quasi 50mila euro. L’udienza preliminare è stata fissata al 7 febbraio 2023.
Dal 2019 al 2022 la docente, 30 anni, avrebbe ricevuto diversi incarichi a tempo determinato come supplente in provincia di Rimini. E durante i tre anni scolastici avrebbe prodotto circa 35 certificati medici, che le consentivano di non presentarsi al lavoro per mesi. Certificati firmati dai due medici, che avrebbero addirittura prescritto terapie salvavita, attestando di volta in volta la presenza di sindromi da vertigini, distorsioni alla caviglia, ascesso ai denti, lombalgia, sindrome di Meniere, insufficienza renale cronicae, nel periodo Covid, una reazione avversa al vaccino.
Redazione Nurse Times
- Concorso per 285 posti di infermieri e infermieri pediatrici in Friuli Venezia Giulia. Al via le domande
- Giornata Mondiale senza Tabacco 2025: 90.000 morti l’anno e costi sanitari e sociali di 26 miliardi
- Essere infermiere sull’Amerigo Vespucci
- Gaza, l’Italia risponde all’appello: cureremo noi Adam
- È ghanese l’infermiera più brava al mondo
Lascia un commento