Di seguito una nota dell’Aadi (Associazione avvocatura degli infermieri) riguardante il riscorso di una lavoratrice iscritta al Coina.
L’Asl Roma 3 decurta dal permesso 104 la metà del turno di lavoro da 12 ore continuative che gli infermieri svolgono nei reparti. L’Asl sostiene che il calcolo dell’orario effettivo di lavoro da attribuire al permesso giornaliero da 104 deve essere quello “convenzionale”, cioè quello stabilito dall’art. 43 Ccnl Sanità, che fissa l’orario di lavoro in 6 ore (per i turni a 6 giorni) e 7.12 (per i turni a 5 giorni).
Di conseguenza, agli infermieri turnisti che fruiscono dei permessi vengono giustificate solo 6 ore a turno, mentre le altre 6 ore vengono messe a debito orario. Tutti gli infermieri che si trovano in questa situazione sono costretti a svolgere attività straordinaria per recuperare il debito, oppure devono subire una decurtazione della busta paga pari a 270 euro al mese.
Una sola infermiera, iscritta al Coina (Comitato Infermieristico Autonomo), si è ribellata e si è rifiutata di recuperare tutte le ore a debito, chiedendo un intervento legale.
L’Ufficio legale dell’Aadi ha gestito tutto il difficoltoso processo fino alla sua conclusione, che in alcune occasioni protendeva per la Asl, ma al deposito delle note di replica il Tribunale del lavoro di Roma si è convinto della corretta interpretazione della legge. E non solo ha dato ragione all’infermiera, ma ha anche rilevato la discriminazione, come era stato chiesto nelle note in base all’art. 2-bis della Legge 104. Inoltre, come richiesto nel ricorso, ha anche condannato l’Asl al pagamento di tutte le ore messe a debito all’infermiera. Attendiamo che anche altri infermieri si sveglino e la smettano di fare le pecore.
Redazione Nurse Times
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