Dopo il prestigioso riconoscimento a opera di Newsweek, la segreteria aziendale del sindacato ha scritto una lettera accorata al direttore generale del nosocomio privato romano.
Per il terzo anno consecutivo il Policlinico Universitario “A. Gemelli” Irccs si aggiudica il titolo di “migliore ospedale d’Italia”, secondo la classifica stilata dal magazine americano Newsweek. A seguito di questo ennesimo riconoscimento la segreteria aziendale Coina (Comitato Infermieristico Autonomo) ha scritto al direttore generale del nosocomio privato romano, rivendicando il giusto riconoscimento per infermieri e professioni sanitarie. Di seguito il testo integrale della lettera.
Egregio Direttore,
con la presente lettera, desideriamo innanzitutto complimentarci per il terzo anno consecutivo in cui il Policlinico Gemelli è stato classificato come il primo ospedale d’Italia e il trentottesimo al mondo per la qualità del servizio offerto. Tuttavia vogliamo sottolineare che questi riconoscimenti e premi non sono accompagnati da un adeguato riconoscimento economico per le figure professionali che ogni giorno si dedicano con impegno all’azienda.
Non vogliamo elencare tutte le note che la nostra organizzazione sindacale ha inviato e che sono rimaste senza risposta o in attesa di risposta da anni, ma vogliamo evidenziare alcuni aspetti che richiedono un’attenzione urgente. Il tempo propedeutico alla professione (tempo di vestizione e svestizione), rimane a tutt’oggi a carico del lavoratore, generando ore di straordinario non retribuito.
La scelta del pagamento dello straordinario o il recupero, che ricordiamo è in capo al lavoratore, come previsto dalla legge e dal contratto, viene invece deciso dalla Fondazione con Policy aziendali in violazione contrattuale. Le ferie non sono garantite agli infermieri e agli operatori sanitari in prima linea, in quanto il pregresso va oltre quanto previsto dal contratto e dalla legge (18 mesi). La dotazione organica non rispetta lo standard previsto dalla normativa regionale, causando spesso doppi turni oltre le 13 ore di lavoro, in violazione di legge o, peggio ancora, sottostaffando il personale, con conseguenze negative sulla qualità delle cure e il rischio clinico connesso.
Infine, per gli infermieri, in particolare, si registra un trattamento non da professionista sanitario, in quanto sono costretti ad auto-autorizzarsi gli straordinari turno lungo o a trovare un collega disponibile a sospendere un riposo a causa della carenza organica strutturale, con il rischio di subire sanzioni disciplinari dal SITRA qualora decidano di tornare a casa al termine del proprio turno (documentato).
Tutto questo sta creando frustrazione e disagio tra il personale, che ha contribuito al successo del Policlinico Gemelli. Il mancato rinnovo del Contratto con adeguamento del tabellare e il giusto riconoscimento delle competenze avanzate per le professioni sanitarie sta provocando una situazione insostenibile.
La scrivente, che rappresenta tutte le professioni sanitarie, non può esimersi dall’esprimere il proprio diniego alle politiche aziendali, fino ad oggi adottate dalla Fondazione. Ci sembra che ci si lamenti solo dei problemi economici, peraltro per errati piani industriali, ricordando che per il rinnovo contrattuale 2019-2021, la Fondazione non ha versato un solo euro per gli infermieri in prima linea, visto che il 50% del tabellare è stato finanziato dalla Regione Lazio e l’altro 50% è stato trattenuto dalla Fondazione dall’errato calcolo delle indennità per particolari condizioni di lavoro.
Egregio Direttore, è il momento di mettersi seduti al tavolo e dare dignità ai professionisti che hanno permesso di far diventare il Policlinico Gemelli l’ospedale numero uno in Italia.
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