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Ospedali migliori d’Italia: Rozzano e Ancona di nuovo sul podio. La classifica Agenas

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Ospedali migliori d'Italia: Rozzano e Ancona di nuovo sul podio. La classifica Agenas
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Sul podio dei migliori ospedali d’Italia salgono per il secondo anno consecutivo l’Irccs Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche (Ancona). Le due strutture, la prima privata e la seconda pubblica, figurano infatti al top nella classifica del Programma Nazionale Esiti (Pne) dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), sviluppato su mandato del ministero della Salute.

I due ospedali hanno riportato una valutazione di qualità alta o molto alta per almeno sei aree cliniche su un totale di otto (cardiocircolatorio, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologia, osteomuscolare, nefrologia, sistema nervoso, gravidanza e parto). Nel 2022 circa un terzo delle strutture è stato valutato solo per una o due aree cliniche.

Delle 331 strutture italiane valutate invece per almeno sei aree cliniche, evidenzia il Pne, solo l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano ha una valutazione di qualità alta o molto alta per tutte le aree cliniche considerate, ovvero sette su otto, tra i privati.

“La qualità clinica è una passione che ci spinge ogni giorno a migliorare le cure per i nostri pazienti – dichiara in una nota Patrizia Meroni, direttore clinico sanitario di Humanitas di Rozzano -. Tutti in ospedale condividiamo questo impegno, dai professionisti sanitari ai manager, che sono valutati anche in base al raggiungimento di obiettivi clinici misurabili. Sapere di contribuire alla qualità del Servizio sanitario nazionale ci rende orgogliosi, e la conferman per il secondo anno come miglior ospedale del Paese ci spinge a lavorare ancor di più in questa direzione”.

Tra le strutture pubbliche, invece, quella che ha riportato una valutazione migliore è l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, con qualità alta o molto alta in sei aree. Nella stragrande maggioranza delle strutture ospedaliere tuttavia, si rileva nel rapporto, convivono aree di qualità alta o molto alta con aree di qualità di livello basso o molto basso.

La proporzione di strutture con livello di qualità alto o molto alto per almeno il 50% dell’attività svolta, rileva Agenas, è aumentata rispetto al 2021, passando dal 23 al 26% nel 2022. Rispetto alle varie aree di intervento, il Pne registra tuttavia delle “diseguaglianze nell’assistenza sanitaria”. Con riferimento all’area cardiovascolare, ad esempio, si è registrata anche nel 2022 una proporzione minore di donne con infarto che accedono tempestivamente all’angioplastica coronarica: 43%, rispetto al 54% degli uomini. Questo si traduce in un aumento della mortalità a 30 giorni.

Area cardiovascolare

Al primo posto come livello di qualità per l’area cardiovascolare è l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze. L’area è valutata attraverso sei indicatori, con una soglia di almeno 360 interventi bypass aorto-coronarico negli ultimi due anni. Sul totale di 562 strutture valutate in quest’area, sono solo 55 le strutture con tutti e sei gli indicatori calcolabili. Di queste, Careggi è l’unica struttura che raggiunge un livello di qualità molto alto. 17 strutture raggiungono invece un livello di qualità alto.

Area oncologica

Nell’area di chirurgia oncologica sono quattro le strutture con livello di qualità più alta: l’ospedale di Mestre (nella foto), l’Azienda Ospedale Università di Padova, lo Stabilimento Umberto I G. M. Lancisi (Ancona) e il Policlinico Universitario Gemelli (Roma). Il Pne ha analizzato tre indicatori ed è stato applicato un vincolo per struttura di almeno 135 interventi annui per il tumore maligno della mammella, di almeno 85 interventi per quello al polmone e di almeno 45 interventi per quello al colon. Risultano 116 strutture con tutti e tre gli indicatori.

Diversità di trattamento

Per la frattura di femore nei pazienti di età maggiore di 65 anni si registra uno svantaggio per gli uomini nella tempestività dell’intervento: 46% rispetto al 51% delle donne. Per l’area della gravidanza, tra le donne straniere si evidenziano meno tagli cesarei, ma un alto rischio di riospedalizzazione. Quanto infine alle ospedalizzazioni evitabili, nella popolazione straniera emergono tassi superiori per infezioni del tratto urinario, complicanze del diabete e ipertensione arteriosa.

Ospedali da attenzionare

Otto ospedali italiani, tra Nord e Sud, hanno una qualità delle cure basse e “vanno attenzionati”, riferisce il direttore generale dell’Agenas, Domenico Mantoan, a margine della presentazione del Pne: “Quest’anno, per la prima volta, invieremo la relazione sui dati presentati oggi al tavolo di monitoraggio Lea, perché ci si deve porre il tema di una serie di ospedali del nostro Paese dove la qualità delle cure è molto bassa. Vanno fatte politiche di accompagnamento, di audit, di verifiche per capire per quale motivo in alcune strutture italiane la qualità dell’assistenza è così bassa. Non possiamo permetterci queste differenze. La mappa degli ospedali inefficienti va da Nord a Sud: ci sono cose negative e cose positive sia nel Settentrione sia nel Meridione”.

Redazione Nurse Times

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